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martedì 16 maggio 2017

La strada romana da Emona a Viminacium (p.II Sirmium).


Plastico della Sirmium romana


La strada romana che da Emona conduceva a Viminacium, superata Cibalae (v. p. I) giungeva a Sirmium, odierna Sremska Mitrovica (Serbia). La città, di origini antichissime, conquistata dai romani nel corso delle campagne dalmato-illiriche (13-9 a.C.), si sviluppò molto nel corso del primo e del secondo secolo, e divenne strategicamente molto importante; essendo situata sul fiume Sava in epoca Flavia divenne la sede della flotta pannonica.
Da Sirmio partirono le campagne di Marco Aurelio contro i Marcomanni (174-175) e la seconda spedizione germanica (179-180), nonché le campagne di Massimino il Trace contro gli Iazigi ed i Sarmati (236-237).
Anche sotto i successivi imperatori la città fu importante centro strategico per le guerre condotte contro le popolazioni che premevano al di là del Limes pannonicus, in particolare Iazigi e Quadi, che più volte vennero sconfitti. Tuttavia con il declino dell'impero queste genti si fecero sempre più minacciose e nel 374 riuscirono ad invadere la Pannonia e la Mesia superiore, respinte da Valentiniano I nell'anno successivo.
La città divenne sede vescovile nel 376 ed accolse cinque concili. Teodosio I vi fu acclamato Augusto nel 379.
Alla fine del IV secolo Sirmium fu conquistata dai Goti e successivamente cadde in mano ad altre popolazioni barbare.
Gli scavi archeologici effettuati in zona hanno restituito molti interessanti reperti.



Sirmium. Palazzo imperiale


Tra gli edifici venuti interamente o parzialmente alla luce vi sono il palazzo imperiale, un ippodromo datato agli inizi del IV secolo, un anfiteatro, le terme, residenze urbane, edifici abitativi a più piani, un granaio. Si stima che la città contasse 100.000 abitanti nel IV secolo; le mura erano possenti ed era dotata di un acquedotto lungo 14 chilometri che riforniva la città captando l'acqua alla sorgente Vranjaš sul monte Fruška.



Anastasia di Sirmium


La città è ricordata anche per il martirio di Anastasia, cristiana perseguitata ed arsa viva nel 304, venerata poi sia della chiesa cattolica che dalle chiese ortodosse, ed il cui culto fu diffuso in Italia dai Goti e dai Longobardi.



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