Tabula Peutingeriana con le strade verso il Norico |
L'amministrazione
romana, nel corso dell'espansione dell'impero, provvide alla
realizzazione di molte strade, destinate a collegare il centro, cioè
la città di Roma, con i luoghi più periferici, in tempi brevi ed in
modo sicuro. Lungo gli assi viari principali vi era la possibilità
di sostare nelle stazioni di posta, dove generalmente si potevano
cambiare o far riposare i cavalli. Questo tipo di servizio era
essenziale soprattutto per coloro che recavano importanti messaggi e
che dovevano percorrere nel più breve tempo possibile distanze alle
volte molto lunghe. Inoltre, dove necessario, vennero costruite delle
fortificazioni a difesa dell'asse viario e del territorio.
Occorre
dire però che per la maggior parte di questi tracciati non si
trattava di nuove realizzazioni, ma che venivano seguite e, nel caso,
ampliate e rese più facilmente percorribili, strade preesistenti e
talvolta molto antiche come quella che si inoltrava nell'area
danubiana e che era conosciuta come la “Via dell'ambra”,
importante asse di collegamento tra il Nord Europa e l'Adriatico.
Schema della via dell'ambra |
Vi
erano poi molte strade secondarie, che si dipartivano da quelle
principali e che collegavano parti di territorio meno importanti dal
punto di vista politico o commerciale. Nella maggior parte dei casi
la manutenzione di queste piste era demandata all'amministrazione
territoriale e la percorribilità non era sempre garantita e
dipendeva dalle stagioni e dalle condizioni atmosferiche.
Un
asse viario di notevole importanza strategica per il nord-est della
penisola italiana era indubbiamente rappresentato dalla strada che
collegava Aquileia a Lubiana, l'antica Aemona, passando per la valle
del Vipacco, attraversando il valico Ad Pirum, e scendendo quindi sul
lato opposto. Nella valle del Vipacco era stata eretta la fortezza Ad
Fluvium Frigidum, l'attuale Aidussina, ed il passo Ad Pirum era stato
difeso con la realizzazione di un'altra fortificazione e di un lungo
vallo, presidiato. Precauzioni non del tutto immotivate dato che fu
proprio attraverso questa strada che passarono i barbari che, in
varie ondate, invasero il territorio italiano.
Aidussina. Mura (Claustra ad Fluvium Frigidum) (foto Daniela Durisisni) |
Il
Castra ad Fluvium Frigidum venne realizzato sulle rive del fiume
Hubelj, la cui sorgente si trova ai piedi delle pareti che delimitano
l'altipiano carsico poco distante, difesa naturale a settentrione
dell'abitato. Su un'altura vicina sorgeva già precedentemente un
castelliere illirico. La cinta murata realizzata dai romani era
munita di torri. L'insediamento però non aveva soltanto uno scopo
difensivo ma anche di scambio commerciale.
Elemento decorativo romano inserito nelle mura di Aidussina (foto Daniela Durissini) |
Da lì infatti
transitavano le merci che dal centro Europa raggiungevano l'area
mediterranea, e viceversa. Era lì che la strada si divideva: da un
lato saliva fino al valico di Ad Pirum, dall'altro, compiva un
giro molto più lungo transitando per il valico di Preval e
raggiungendo la città di Lubiana lungo un percorso prevalentemente
pianeggiante.
Abbandonato
a seguito delle invasioni barbariche e della decadenza dell'impero,
in epoca medievale non sembra essere frequentato mentre viene spesso
nominata la vicina località di Vipava (nei documenti spesso Vipach).
Se
dal castra si prendeva la strada più breve ed erta per raggiungere
il Norico, si doveva guadagnare il primo zoccolo dell'altipiano
carsico, baluardo naturale verso la valle del Vipacco. La strada
attuale ricalca sostanzialmente quella antica e con molte svolte
raggiunge l'abitato di Col e poi prosegue verso il valico Ad
Pirum, attuale Hrušica.
Ad Pirum. Vecchia posta (foto Daniela Durissini) |
Qui
si trova un'antica stazione di posta (oggi trattoria con alloggio),
che a sua volta sorge entro le mura della fortezza romana, delle
quali si distinguono le parti basali, in parte consolidate e lungo le
quali si individuano alcune delle torri,
Ad Pirum. Resti di una torre (foto Daniela Durissini) |
alte un tempo 10 metri, che
rafforzavano il perimetro della costruzione.
Ad Pirum. Mura e vallo (foto Daniela Durissini) |
Accanto alla porta occidentale, verso Lubiana, sorgeva la vecchia chiesa di Santa Gertrude di cui si vede la base delle mura perimetrali.
Chiesa di santa Gertrude. Parte absidale (foto Daniela Durissini) |
Il vallo prosegue quindi
sul lato occidentale della costruzione da entrambi i lati della
strada. La fortificazione faceva parte di un più ampio sistema
difensivo denominato Claustra Alpium Iuliarum, realizzato nel III
sec. d. C. per controllare le tre principali strade che percorrevano
la parte orientale d'Italia: quella che andava da Trieste a Fiume ed
a Tersatico, quella che collegava Trieste a Lubiana ed infine quella
che da Aquileia portava al Norico.
L'opera
fu iniziata a seguito di un' importante invasione di Alemanni e
Marcomanni, avvenuta nel 271. Questi erano riusciti a raggiungere la
pianura padana ed erano scesi lungo la costa Adriatica fino a Fano.
Sconfitti in due decisive battaglie dall'esercito dell'imperatore
Aureliano, si erano ritirati ma era apparsa chiara ed urgente la
necessità di rinforzare quelle strade che rappresentavano le vie di
più facile accesso al territorio italiano. Sembra tuttavia che
questo sistema richiedesse un'organizzazione importante alle spalle e
soprattutto un'amministrazione in piena efficienza, impossibile
all'epoca per un impero ormai in netta decadenza. Probabilmente gran
parte delle fortificazioni subirono dei gravi danni nel corso della
battaglia del Frigido, avvenuta nel 394, in cui si affrontarono
l'imperatore Teodosio e l'usurpatore Flavio Eugenio, e già all'epoca
della venuta in Italia di Alarico, nel V secolo, non erano più in
funzione.
Grazie
alla recente ricerca archeologica slovena si sono individuati nuovi
tratti di mura che sono stati in parti portati alla luce e
consolidati, mettendo così in evidenza il complesso di questa grande
opera fortificatoria che rappresentò un grosso sforzo per l'impero
ormai in decadenza e che non servì a contenere le invasioni dei
barbari che ne minarono facilmente le difese e dilagarono nelle
pianure friulane e da lì verso Aquileia ed ancora verso il cuore
dell'impero.
La strada è stata costruita dalla Legione Apollinaris su quella che era la Via Electra (Ambra), nel medioevo Via Sucinaria
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