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Petra. Tomba di Sesto Fiorentino (foto C. Nicotra)
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Petra,
la capitale dell'antico regno nabateo, città misteriosa e nascosta
tra le montagne della Giordania meridionale, non lontana da Aqaba,
golfo dal quale partivano le lunghe carovane che trasportavano merci
preziose verso il Mediterraneo e dove arrivavano i mercanti che si
erano spinti tra le sabbie della penisola arabica. La città fu
centro nevralgico per i traffici della regione fino alla conquista
romana, quando l'asse dei commerci, specialmente dopo la caduta di
Palmira, si spostò man mano verso la parte più occidentale del
paese, ed alle vie di terra si preferirono quelle marittime, ritenute
più veloci e sicure. Dall'VIII secolo venne praticamente
abbandonata. Nel 1812 l'esploratore svizzero Johann Burckhardt si
spinse nella stretta gola d'accesso alla città e ne rivelò al mondo
la straordinaria bellezza.
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Petra. Siq (foto C. Nicotra)
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Il
sito è uno dei più visitati della Giordania. Ogni giorno centinaia
di turisti vi accedono, provenienti anche da Israele e dall'Egitto,
compiendo un'escursione in giornata, ma Petra merita molto di più.
Solo una permanenza di alcuni giorni consente di esplorare il sito in
modo soddisfacente, considerando che non solo l'antica città ma
anche gli immediati dintorni, che dal 1993 fanno parte di un parco
nazionale archeologico, meritano una visita.
La
zona è abitata da tribù beduine che non l'hanno mai abbandonata e
la frequentano da secoli.
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Petra. Ragazzo beduino (foto C. Nicotra)
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Entrando
nel sito, ancor prima di superare il Siq, la gola d'accesso, e poi
lungo la stessa, si nota il sistema di irrigazione che portava
l'acqua nella città, attraverso condutture, in parte scavante nella
roccia, ed in parte realizzate in terracotta. Le acque venivano
raccolte da una vasta rete idrica, costituita da torrenti ed invasi,
alimentata dalle piogge, che si abbattevano spcialmente sulle vicine
montagne e che spesso assumevano caratteri alluvionali. Veniva poi
conservata in cisterne sotterranee e ridistribuita attraverso
l'acquedotto.
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Petra. Wadi all'ingresso del Siq (foto C. Nicotra) |
Ancora
nel XIX secolo all'ingresso del Siq si trovava un arco monumentale di
epoca nabatea, oggi distrutto, mentre una diga era destinata a
contenere le acque del Wadi Musa. Le piogge improvvise sono ancor
oggi molto pericolose poiché, anche se non sono localizzate sulla
città, ma ben più a monte, possono riempire in breve i wadi ed
assumere una forza travolgente.
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Petra. Solco torrentizio (foto C. Nicotra) |
Allo
sbocco del Siq ci si trova davanti il Tesoro, il monumento più
celebre di Petra, la cui facciata ellenistica, di grandi proporzioni,
occupa interamente la scena. Molto più avanti, quando la valle si
apre, e si sono superate le tombe sulla destra, un ripido sentiero
conduce in alto, proprio di fronte a questo magnifico palazzo.
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Petra. Tesoro (foto C. Nicotra) |
Dal
Tesoro la strada conduce verso la piana, ai lati della quale si
vedono numerose facciate monumentali scavate nella roccia. Sulla
sinistra si stacca il sentiero che conduce all'altura del sacrificio
o al-Madbah, sulla cui cima i Nabatei ricavarono un altare,
destinato, appunto, ai sacrifici di animali, il cui sangue veniva
fatto defluire in canali di scolo ancor oggi, in parte, visibili.
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Petra. Altura del Sacrificio (foto C. Nicotra) |
Scendendo
per il ripidissimo versante opposto ci si trova di fronte ad una
tomba la cui decorazione esterna è sottolineata dalla
magnifica colorazione della roccia. Nuovamente nella piana si giunge
al teatro, costruito dai Nabatei ed ampliato dopo la conquista
romana. Poteva contenere 8000 spettatori. La cavea era scavata nella
roccia mentre la scena era stata costruita. Come molti altri edifici
della città venne danneggiato gravemente da un terremoto nel 363.
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Petra. Teatro (foto C. Nicotra) |
Sul
lato opposto della piana, nelle pareti dello jebel al-Khubtha, si
possono ammirare le magnifiche tombe reali, una delle quali, in epoca
cristiana, venne trasformata in chiesa.
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Petra. Tombe reali (foto C. Nicotra) |
Si
arriva così al cuore della città, dove si incontrano la strada
colonnata, la porta di Traiano ed il grande tempio. La strada, fu
realizzata in epoca romana, su un'antica strada nabatea,. Lungo la
stessa si trovavano una fontana monumentale, che raccoglieva le acque
provenienti dalle condutture del Siq, ed il palazzo reale, di cui
rimangono poche tracce. La porta di Traiano divideva la città
commerciale dall'area destinata al culto. Il tempio, costruito dai
nabatei, ma utilizzato anche successivamente, presenta propilei
porticati dai quali si accede al cortile sacro e, successivamente, al
recinto sacro.
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Petra. Porta di Traiano (foto C. Nicotra) |
Non
resta che salire al cosiddetto monastero, lungo un sentiero erto che
raggiunge le alture sopra i musei, dalla cima delle quali, tra
l'altro, si gode di un panorama stupefacente sia sul sito che sui
monti intorno. L'edificio, scavato nella roccia, è imponente. Fu
costruito dai Nabatei tra il II ed il I secolo a.C., come tomba del
re Obodas I, morto nell'85. Venne utilizzato anche in seguito,
probabilmente come edificio di culto, fino all'epoca bizantina.
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Petra. Monastero (foto C. Nicotra) |
La piccola Petra
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Lungo la strada che conduce alla Piccola Petra (foto C. Nicotra)
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Di
notevole interesse è la visita alla cosiddetta Piccola Petra, un
sito archeologico a soli 14 chilometri da quello principale. I
nabatei avevano organizzato questo luogo per far sostare le carovane
che avevano attraversato i deserti arabici e che erano dirette verso
il Mediterraneo.
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Piccola Petra (foto C. Nicotra) |
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