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Busto di Livia (Louvre) |
Livia
Drusilla Claudia era nata a Roma il 30 gennaio del 58 a.C., ed era
figlia di Marco Alfidio Lurcone. Andata sposa all'età di sedici anni
a Tiberio Claudio Nerone, ne ebbe due figli, Tiberio e Druso
Maggiore.
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(Museo Archeologico Nazionale Madrid) Statua di Livia da Paestum |
Nel
42 a.C., quando venne celebrato il matrimonio, Tiberio era pretore.
Repubblicano convinto, benché avesse combattuto al fianco di Cesare,
ne prese tuttavia le distanze, nel periodo in cui questi iniziò la
sua ascesa al potere e, dopo il suo assassinio, prese le parti di
Bruto e Cassio. Al tempo del secondo triumvirato scelse ancora la
parte di Marco Antonio e, dopo la sconfitta di lui, dovette fuggire
da Roma con la famiglia ed andò in Grecia. Ottaviano però, un anno
più tardi, concesse un'amnistia destinata a riappacificare le parti
(ed a rafforzare il suo potere) e Tiberio ed i suoi poterono
rientrare a Roma. .
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Museo Nazionale Romano. Statua di Augusto (foto Daniela Durissini) |
Nello stesso anno Ottaviano divorziò dalla moglie
Scribonia, appena questa ebbe data alla luce la figlia Giulia, e
analogamente Tiberio divorziò da Livia, che sposò subito Ottaviano.
Questo matrimonio sanciva l'alleanza della famiglia Iulia con la
potente famiglia Claudia. La coppia non ebbe figli e Livia si mostrò sempre fedele al marito e diede di sé un'immagine destinata ad
essere presa come modello dalle donne romane, sempre modesta,
nonostante l'ascesa al potere di Ottaviano (e propria), di costumi
semplici e rigorosamente votata allo sposo ed alla famiglia. Venne
tuttavia sospettata di aver voluto la morte di Marcello, nipote di
Ottaviano e destinato a succedergli, allo scopo di favorire il figlio
Tiberio, che in effetti divenne imperatore e che sposò Giulia,
figlia del marito, dopo che questa era rimasta vedova di Marcello
prima e di Vipsanio Agrippa, generale di Ottaviano e suo amico
personale, poi.
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Musei vaticani. Statua di Augusto "di Prima Porta" o "loricato" |
Ottaviano
ebbe sempre grande stima della moglie e le concesse uno spazio
inusuale nella vita politica. Di conseguenza l'influenza di Livia
crebbe enormemente negli anni e lei si creò una cerchia personale di
protetti ai quali fece assegnare cariche pubbliche.
Augusto
morì nel 14 e mediante testamento assegnò a Livia un terzo del suo
patrimonio, le riconobbe il titolo di Augusta e ne stabilì
l'adozione, in modo che potesse far parte della gens Iulia anche dopo
la morte del marito.
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Ny Carlsberg Glyptotek Copenhagen. Busto di Tiberio |
Livia
sostenne con forza la successione per il figlio Tiberio, ma mantenne
una grandissima e forse invadente influenza nella politica imperiale, tanto che questi
a poco a poco se ne distaccò, fino alla rottura finale, che lo vide
allontanarsi da Roma (risiedeva a Capri), e non tornare in città per
la morte della madre, avvenuta nel 29.
Claudio,
divenuto imperatore dopo Tiberio e Caligola, divinizzò Livia, nel
42.
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Museo Nazionale Romano. Giardino di Livia (foto Daniela Durisisni) |
Nel
1863 fu scavata a Roma, nella zona di prima Porta, una lussuosa
residenza di epoca imperiale, riconosciuta come la Villa di Livia.
Qui venne rinvenuta la famosa statua di Augusto detta appunto "di
Prima Porta". Nel 1951 furono staccati gli affreschi della sala
sotterranea, esposti al Museo Nazionale Romano. Il famoso “giardino
di Livia” era destinato forse ad accogliere gli ospiti durante le calde
notti estive, al fresco della sala ricavata al di sotto della villa.
Alle pareti fu riprodotto un giardino, con la vegetazione e gli
uccelli, e le balaustre a limitare lo spazio verde. Si tratta di una
tecnica, adottata dall'arte romana da poco, allorché fu adoperata
nella casa di Livia, e derivata probabilmente dai modelli dei
giardini illusionistici orientali.
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Museo Nazionale Romano. Giardino di Livia (foto Daniela Durissini) |
Certo una sala così raffinata contrasta decisamente con quella che era l'immagine pubblica che Livia voleva e doveva dare di sé, con il rigore e la modestia nei costumi e nella vita in generale, ma qui si comprende appieno la differenza tra il privato e ciò che veniva riflesso, per utilità, nella vita politica.
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