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lunedì 29 gennaio 2018

Livia. Essere la moglie di Augusto



Busto di Livia (Louvre)
Livia Drusilla Claudia era nata a Roma il 30 gennaio del 58 a.C., ed era figlia di Marco Alfidio Lurcone. Andata sposa all'età di sedici anni a Tiberio Claudio Nerone, ne ebbe due figli, Tiberio e Druso Maggiore.

(Museo Archeologico Nazionale Madrid) Statua di Livia da Paestum
Nel 42 a.C., quando venne celebrato il matrimonio, Tiberio era pretore. Repubblicano convinto, benché avesse combattuto al fianco di Cesare, ne prese tuttavia le distanze, nel periodo in cui questi iniziò la sua ascesa al potere e, dopo il suo assassinio, prese le parti di Bruto e Cassio. Al tempo del secondo triumvirato scelse ancora la parte di Marco Antonio e, dopo la sconfitta di lui, dovette fuggire da Roma con la famiglia ed andò in Grecia. Ottaviano però, un anno più tardi, concesse un'amnistia destinata a riappacificare le parti (ed a rafforzare il suo potere) e Tiberio ed i suoi poterono rientrare a Roma. .

Museo Nazionale Romano. Statua di Augusto (foto Daniela Durissini)
Nello stesso anno Ottaviano divorziò dalla moglie Scribonia, appena questa ebbe data alla luce la figlia Giulia, e analogamente Tiberio divorziò da Livia, che sposò subito Ottaviano. Questo matrimonio sanciva l'alleanza della famiglia Iulia con la potente famiglia Claudia. La coppia non ebbe figli e Livia si mostrò sempre fedele al marito e diede di sé un'immagine destinata ad essere presa come modello dalle donne romane, sempre modesta, nonostante l'ascesa al potere di Ottaviano (e propria), di costumi semplici e rigorosamente votata allo sposo ed alla famiglia. Venne tuttavia sospettata di aver voluto la morte di Marcello, nipote di Ottaviano e destinato a succedergli, allo scopo di favorire il figlio Tiberio, che in effetti divenne imperatore e che sposò Giulia, figlia del marito, dopo che questa era rimasta vedova di Marcello prima e di Vipsanio Agrippa, generale di Ottaviano e suo amico personale, poi.


Musei vaticani. Statua di Augusto "di Prima Porta" o "loricato"
Ottaviano ebbe sempre grande stima della moglie e le concesse uno spazio inusuale nella vita politica. Di conseguenza l'influenza di Livia crebbe enormemente negli anni e lei si creò una cerchia personale di protetti ai quali fece assegnare cariche pubbliche.
Augusto morì nel 14 e mediante testamento assegnò a Livia un terzo del suo patrimonio, le riconobbe il titolo di Augusta e ne stabilì l'adozione, in modo che potesse far parte della gens Iulia anche dopo la morte del marito.

Ny Carlsberg Glyptotek Copenhagen. Busto di Tiberio
Livia sostenne con forza la successione per il figlio Tiberio, ma mantenne una grandissima e forse invadente influenza nella politica imperiale, tanto che questi a poco a poco se ne distaccò, fino alla rottura finale, che lo vide allontanarsi da Roma (risiedeva a Capri), e non tornare in città per la morte della madre, avvenuta nel 29.
Claudio, divenuto imperatore dopo Tiberio e Caligola, divinizzò Livia, nel 42.


Museo Nazionale Romano. Giardino di Livia (foto Daniela Durisisni)
Nel 1863 fu scavata a Roma, nella zona di prima Porta, una lussuosa residenza di epoca imperiale, riconosciuta come la Villa di Livia. Qui venne rinvenuta la famosa statua di Augusto detta appunto "di Prima Porta". Nel 1951 furono staccati gli affreschi della sala sotterranea, esposti al Museo Nazionale Romano. Il famoso “giardino di Livia” era destinato forse ad accogliere gli ospiti durante le calde notti estive, al fresco della sala ricavata al di sotto della villa. Alle pareti fu riprodotto un giardino, con la vegetazione e gli uccelli, e le balaustre a limitare lo spazio verde. Si tratta di una tecnica, adottata dall'arte romana da poco, allorché fu adoperata nella casa di Livia, e derivata probabilmente dai modelli dei giardini illusionistici orientali.


Museo Nazionale Romano. Giardino di Livia (foto Daniela Durissini)
Certo una sala così raffinata contrasta decisamente con quella che era l'immagine pubblica che Livia voleva e doveva dare di sé, con il rigore e la modestia nei costumi  e nella vita in generale, ma qui si comprende appieno la differenza tra il privato e ciò che veniva riflesso, per utilità, nella vita politica. 



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