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sabato 9 dicembre 2017

Roma. Da Palazzo Barberini a San Pietro in Vincoli

Roma. Palazzo Barberini. Soffitto di Pietro da Cortona (foto Daniela Durissini)
Oggi, mattinata piovosa e fredda, ma la nostra prima meta è stata la Galleria Nazionale di Arte Antica di Palazzo Barberini. A dire il vero, al di là dei capolavori conservati all'interno dell'edificio, questo è interessante di per sé. Fu costruito infatti, tra il 1625 ed il 1633, ampliando il palazzo esistente, di proprietà della famiglia Sforza, su progetto di Carlo Maderno, che ne diresse i lavori, coadiuvato dal nipote svizzero, Francesco Borromini.

Roma. Palazzo Barberini. Scala del Borromini (foto Daniela Durissini)
Alla morte del Maderno  la direzione dei lavori, su sua precisa disposizione, venne assunta da Gian Lorenzo Bernini, mentre il Borromini rimase coadiutore. Probabilmente il fatto non fu estraneo alla rivalità che, da allora, si instaurò tra i due. Si deve a Borromini la splendida scala elicoidale di una delle ali del palazzo mentre, nella parte opposta, fu il Bernini a creare lo scalone d'onore a pianta quadrata.

Roma. Palazzo Barberini. Scala del Bernini (foto Daniela Durissini)

L'ingresso alla galleria costa 12 euro a persona. Si devono lasciare le borse di tutte le dimensioni negli armadietti del piano terreno. Questo però sembra essere a discrezione dell'addetto che, di volta in volta, accoglie le persone all'entrata.

L'esposizione presenta un'ampia carrellata di opere pittoriche che vann dal medioevo al Settecento  tra le quali vi sono alcuni capolavori assoluti, come la "Fornarina", di Raffaello, la "Cerere", di Baldassarre Peruzzi, l'"Adorazione dei pastori" di El Greco, il "Narciso" del Caravaggio e molti altri.

Roma. Palazzo Barberini. Baldassarre Peruzzi. "Cerere" (foto Daniela Durissini)
Interessanti anche gli affreschi dei soffitti, uno dei quali, nel Salone d'onore, fu dipinto tra il 1632 ed il 1639 da Pietro da Cortona, che vi rappresentò il soggetto del Trionfo della Divina Provvidenza, allusivo dell'opera del suo finanziatore, il papa Urbano VIII, un Barberini, di cui nella scena viene inserito anche il simbolo araldico, rappresentato dalle api.

Roma. Palazzo Barberini. Pietro da Cortona. Trionfo della Divina Provvidenza (foto Daniela Durissini)
Con una scelta un po' ardita nello stesso salone è esposta, temporaneamente, la grande scena dipinta da Picasso per l'opera Parade, balletto basato su un racconto di Jean Cocteau, con musica di Satie. Il pittore venne a Roma per trovare ispirazione, nel 1917, e vi rimase otto settimane. L'opera però debuttò a Parigi. La tela, dipinta a tempera con l'aiuto del pittore italiano Carlo Socrate, è un'opera straordinaria ed è stata accostata al capolavoro di Pietro da Cortona per la grandiosità di entrambe e per la meraviglia che destano nello spettatore. In fondo anche Pietro dipinse il grande soffitto per meravigliare gli ospiti dei suoi mecenati. Una grande mostra alle Scuderie del Quirinale, celebra il soggiorno italiano di Picasso, esponendo per la prima volta in Italia, molte delle sue opere.

Roma. Palazzo Barberini. Picasso. Tela per "Parade" (foto Daniela Durissini)
Usciti dal palazzo sotto la pioggia, siamo andati alla chiesa di San Carlo alle quattro fontane, prima realizzazione autonoma del Borromini, che qui scelse di edificare una cupola elittica. 
Da lì, mentre la pioggia stava cessando ed appariva il primo raggio di sole, siamo saliti alla basilica di Santa Maria Maggiore. La chiesa gode di extraterritorialità, essendo proprietà del Vaticano. All'ingresso controlli di sicurezza. 
Con una breve visita guidata, unico sistema per poter accedere alla loggia delle benedizioni, abbiamo potuto ammirare da vicino il mosaico del XIII secolo, che rappresenta il miracolo della nevicata agostana. Quindi (brevemente e tra la folla) la scala elicoidale progettata dal Bernini ed alta cinque piani.

Roma. S. Maria Maggiore. Mosaico della nevicata agostana (foto Daniela Durissini)
La basilica, d'impianto antichissimo, fu ampliata nel corso dei secoli. Vi lavorarono tra gli altri Domenico Fontana e Flaminio Ponzio, mentre si deve a Michelangelo il disegno per la cappella Sforza. Il soffitto cassettonato, con decorazioni ricoperte con foglia d'oro, fu eseguito probabilmente da Giuliano da Sangallo.
Nella cappella Paolina è conservata la preziosa icona della Vergine "Salus populi romani" (secoli XII-XIII).

Roma. S. Maria Maggiore "Salus populi romani" (foto Daniela Durissini)
Ancora un po' di strada e siamo arrivati a San Pietto in Vincoli, salendo la ripida e caratteristica scala che congiunge la piazza a via Cavour. La chiesa però osserva una chiusura all'ora di pranzo e riapre alle 15. Ne abbiamo approfittato per proseguire, dalla piazza della chiesa, verso il Colosseo, che si vede benissimo, dall'alto (si attraversa un ponte su una strada molto trafficata). Ritornati sui nostri passi abbiamo atteso pochi minuti, in fila, per poter entrare. 

Numerosi cartelli avvertono della presenza di borseggiatori!!

Finalmente ci siamo trovati davanti al Mosè, scolpito da Michelangelo ed inizialmente destinato, assieme al gruppo scultoreo che lo comprende, alla tomba di Giulio II,  che invece non vi fu sepolto. La statua fu iniziata nel 1513, compiuta l'anno successivo e ritoccata nel 1542 quando sembra che Michelangelo ne abbia girata di lato la testa, torcendo, di conseguenza, anche il corpo. Questa ipotesi è stata avanzata dopo il restauro e da studi recenti e, se così  fosse, si tratterebbe effettivamente di una prova di straordinaria perizia da parte dell'artista. Comunque sia il dinamismo della scultura e la raffinatezza dell'esecuzione non mancano di colpire i numerosi visitatori che ogni giorno salgono a San Pietro in Vincoli.

Roma. S. Pietro in Vincoli. Michelangelo "Mosè" (foto Daniela Durissini)
Però non si può lasciare la chiesa senza far cenno al fatto che questa deriva il suo nome dalle catene, qui conservate e che si possono vedere sotto l'altare, che la tradizione vuole fossero state utiluzzate per legare Pietro durante la sua prigionia. L'edificio nacque su una precedente sede di culto cristiano in una zona abitata in epoca romana. Gli scavi archeologici effettuati sotto la chiesa hanno dato degli ottimi risultati riportando alla luce i resti di numerose abitazioni. 



....alle prossime passeggiate romane!




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