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lunedì 4 dicembre 2017

Roma. Dall' Ara Pacis al Pantheon


Roma. Pantheon (foto Daniela Durissini)
Giornata splendida oggi a Roma, sole pieno e freddo, ma non troppo. L'ideale per una passeggiata fino al Tevere. L'idea iniziale era quella di non entrare in nessun museo ma, trovandoci davanti il bell'edificio di Richard Meier che ospita l'Ara Pacis, siamo entrati. In effetti l'ambiente è molto arioso e comunica con l'esterno attraverso le pareti vetrate dalle quali si vedono gli alberi. Effetto senz'altro voluto per ricreare, almeno in parte, il sito dell'originaria collocazione del monumento. Il museo, del resto, è assolutamente sobrio ed essenziale, come lo sono, in genere, le opere di questo architetto che, qui a Roma, ha avuto l'onore e l'onere di progettare il primo edificio in centro città dopo le realizzazioni di epoca fascista.

Roma. Museo dell'Ara Pacis (foto Daniela Durissini)
Un interessante filmato rende del tutto superflui i pochi pannelli esplicativi ed illustra efficacemente la nascita del monumento, in epoca augustea, il suo abbandono, la scomparsa ed il ritrovamento, nonché la ricomposizione dei pezzi superstiti e la ricostruzione.

Roma. Ara Pacis. Frammenti originali (foto Daniela Durissini)
In effetti, quello che oggi si vede è solo in parte costituito da frammenti dell'altare augusteo. Il monumento, dedicato alla pace, era originariamente collocato nell'area del Campo Marzio e, di fronte, era stato eretto un obelisco che, nel giorno del compleanno di Augusto, proiettava la sua ombra proprio al centro dell'altare.

Roma. Ara Pacis (foto Daniela Durissini)
Usciti dal museo  abbiamo percorso la riva del Tevere fino al ponte Margherita, dedicato alla regina d'Italia, moglie di Umberto I, e siamo scesi dalla parte opposta, verso Castel Sant'Angelo.

Roma. Ponte Margherita (foto Daniela Durissini)
Il Tevere, fiume che fece vivere e prosperare la città, sul quale venne costruito un porto, via d'acqua non inferiore per importanza alle antiche strade che collegavano la città al resto dell'impero, a volte minaccioso e distruttivo, con le sue tragiche piene (una delle quali ricordata dalla fontana della Barcaccia), oggi è giallognolo e basso. Vi sono ancorate le chiatte dei circoli canottieri, e di qualche ristorante, uno dei quali esibisce anche un piccolo mulino (a vento), ma si vede che la vita sul fiume è ormai allo stremo.

Roma. Lungotevere (foto Daniela Durissini)
Castel Sant'Angelo si nota da lontano, con la sua caratteristica forma arrotondata. Concepito come tomba di Adriano, portato a compimento dal successore, Antonino Pio, ospitò in passato le spoglie di diversi suoi successori e di membri delle loro famiglie, prima di diventare una fortezza da opporre ai barbari ed in seguito, in mano ai papi, residenza e carcere.

Roma. Castel Sant'Angelo (foto Daniela Durissini)
Più volte rimaneggiato, anzi, ricostruito, deve il suo nome attuale ad una visione di papa Gregorio I che  durante una processione effettuata per chiedere l'intercessione divina per liberare la città dalla peste del 590, notò un angelo con la spada sguainata sopra l'allora mole Adriana che, da quel momento fu chiamata Castel Sant'Angelo. A ricordo del fatto, e poiché la peste effettivamente diminuì, fu collocato un angelo proprio in cima alla costruzione.

Roma. Castel Sant'Angelo (foto Daniela Durissini)
All'interno è ospitato un museo tra i più visitati della città.
Noi abbiamo proseguito la camminata fino a piazza San Pietro e, vedendo la lunghissima fila per accedere alla basilica, siamo stati assai contenti di averla già visitata a suo tempo. Tuttavia un'occhiata al celebre colonnato del Bernini ed al "cupolone" non poteva mancare in questo nostro vagabondaggio odierno.

Roma. Basilica di San Pietro (foto Daniela Durissini)

Passato il ponte davanti a Castel Sant'Angelo, ci siamo fermati, per una gustosissima merenda all'"Antico forno", poco distante. Si mangia seduti su sgabelli alti accanto a piccoli tavolini, il banco gastronomia è fornitissimo e, dato lo smercio, freschissimo. Si può ordinare sia salato che dolce ed i prezzi sono ottimi. Lo consigliamo decisamente.

Ritornando verso il nostro albergo siamo passati per piazza Navona. Già stadio di Domiziano, trasformata in piazza nel medioevo, rispettando le proporzioni dell'edificio precedente, ospita al centro la celebre fontana dei Quattro fiumi,  del Bernini, sormontata dall'obelisco di Domiziano, e la chiesa di Sant'Agnese, alla quale lavorò  tra gli altri, il Borromini. Un trionfo della Roma barocca.

Roma. Piazza Navona (foto Daniela Durissini)
Accanto a Palazzo Madama, una bella fontana, restaurata recentemente da privati.

Roma. Fontana accanto a Palazzo Madama (foto Daniela Durissini)
Continuando, in direzione piazza di Spagna, si giunge al Pantheon, meraviglia dell'architettura romana, modello per molteplici edifici successivi, specialmente neoclassici. Benché il frontone riporti il nome di Marco Agrippa, genero di Augusto, la  costruzione che vediamo risale ad un'epoca successiva di più di cent'anni. Questo perché Adriano fece ricostruire il tempio fondato nel 27 a. C. e distrutto da due successivi incendi.

Roma. Pantheon (foto Daniela Durissini)
La nuova fondazione risale agli anni 120-124 d.C.. La cupola, realizzata in calcestruzzo non armato e alleggerita dalla struttura a cassettoni è a tutt'oggi la più grande del mondo. Al centro un oculo dà luce all'interno e, quando piove, l'acqua che penetra defluisce attraverso dei buchi sul pavimento.

Roma. Pantheon (foto Daniela Durissini)
Le porta bronzee sono quelle originali, ed anche qui si tratta di una rarità, dato che non sono molti i manufatti di questi tipo conservati fino ad oggi. Le proporzioni della struttura sono perfette corrispondendo l'altezza, dal pavimento all'oculo, al diametro della cupola. Un prodigio dell'architettura. Vi sono sepolti diversi personaggi celebri, tra i quali Raffaello.

Roma. Pantheon. Porta in bronzo (foto Daniela Durissini)
Infine, ultima sorpresa della giornata, la piazza di Pietra, che deve il, suo nome alla presenza delle unidici colonne superstiti (su tredici) del lato nord del tempio di Adriano, terminato attorno al 145 dal successore, Antonino Pio ed inglobate  nel XVII secolo, da Carlo Fontana  in un edificio destinato alla dogana vaticana, divenuto, nel 1831 Borsa valori. E questa è stata la fortuna del tempio che ha conservato almeno una delle sue parti.

Roma. Tempio di Adriano (foto Daniela Durissini)
Insomma anche oggi, alla fine, siamo tornati in albergo sfiniti.

La sera abbiamo mangiato al ristorante-pizzeria San Marco. Abbiamo preso la pizza, piuttosto buona, seguendo anche i consigli di Tripadvisor, dove si parlava piuttosto male dei primi. I prezzi sono decisamente elevati e non in linea con la qualità, anche se le nostre due pizze non erano male. Non lo consigliamo, se non per emergenza  nel caso si pernotti nei pressi e non si abbia voglia di andare un po' più lontano.


.....alle prossime passeggiate romane!











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