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giovedì 7 dicembre 2017

Roma. Musei Capitolini


Roma. Musei Capitolini. Sala di Annibale. Particolare (foto Daniela Durissini)
Una giornata ai Musei Capitolini è una vera e propria immersione nella storia della città e deve necessariamente iniziare piuttosto presto, perché il patrimonio conservato nei due palazzi che ospitano le collezioni è enorme. 
Si inizia dunque da piazza Venezia, davanti all'altare della Patria, si passa davanti all'insula dell'Aracoeli, un edificio di cinque piani, adibito ad abitazione, risalente al II secolo, in cui, in epoca medievale, fu ricavata la chiesa di San Biagio de Mercato, di cui si vede un'absidiola affrescata.

Roma. Insula dell'Aracoeli. Chiesa di San Biagio de Mercato. Absidiola (foto Daniela Durissini)
Si prosegue quindi e si sale la scalinata  che porta sulla cima del Campidoglio, uno dei sette colli sui quali fu fondata e si sviluppò Roma. La sistemazione michelangiolesca, voluta da papa Paolo III, è intervenuta su edifici già in essere, creando una piazza, la nuova scalinata d'accesso, il palazzo dei Conservatori ed il palazzo Nuovo, dove hanno trovato posto i musei.

Roma. Campidoglio (foto Daniela Durissini)
Il biglietto d'ingresso, comprensivo della mostra temporanea su Winkelmann, costa 15 euro a persona.
Passando da una sala all'altra si scoprono molte delle più celebri opere d'arte pertinenti alla città, tra le quali va senz'altro notata la "Lupa", un tempo ritenuta di epoca etrusca ma recentemente, dopo i restauri, datata probabilmente al XII secolo. Sembra che i gemelli, simbolo della nascita della città, siano stati aggiunti ancor più tardi. Comunque la scena che ammiriamo riporta alla leggenda, sempre affascinante, dell'animale selvatico che allatta i due bambini destinati ad essere la vera progenie del popolo romano.

Roma. Musei Capitolini. La "Lupa" (foto Daniela Durissini)
Un'altra opera notissima è la statua in bronzo di Marco Aurelio a cavallo, la quale, sistemata un tempo al centro della piazza del Campidoglio, è stata portata all'interno del museo su parere dei restauratori, i quali, intervenendo su di essa, hanno scoperto dei gravi danni dovuti alla prolungata esposizione agli agenti atmosferici e soprattutto agli inquinanti. Per ospitare la statua (quella all'esterno è una copia) è stata realizzata un'ampia sala ad esedra, progettata dall'architetto Carlo Aymonino.

Roma. Musei Capitolini. Statua equestre di Marco Aurelio (foto Daniela Durissini)
Marco Aurelio con il suo cavallo si erge così in posizione scenografica su un piedistallo isolato nell'ampio spazio, dove sono state collocate alcune altre opere che però,  benché assai notevoli per fattura e dimensioni, come la testa di Costantino, non reggono l'eccezionale impatto visivo della statua equestre.

Roma. Musei Capitolini. Costantino (foto Daniela Durissini)
Il piano, al di fuori dell'esedra, espone con intelligenza pezzi di straordinario interesse. Da un lato si vedono le fondazioni dell'antico tempio che sorgeva sul colle, e si sta allestendo un percorso che racconta di come sia cambiato il luogo dell'età del bronzo, a quella del ferro, con l'abitato orientalizzante, all'epoca ancora successiva, quando venne costruito il tempio più antico.

  Roma. Musei Capitolini. Fondazioni del tempio (foto Daniela Durissini)
Nelle gallerie invece, e nelle sale attigue, trovano posto gli eccezionali ritrovamenti avvenuti nella zona degli horti, intendendosi come tali le aree verdi, occupate dalle ville lusssuose dei romani più in vista, in epoca imperiale.
Zona per zona, emergono i resti di una vita agiata e ricca, di splendide dimore, ed altrettanto stupefacenti giardini, decorati con opere d'arte raffinate e, in certi casi, estremamente costose, come stanno a dimostrare i resti di un mobile ricoperto di lamina d'oro, o un pavimento in alabastro, che va molto al di là dei pur splendidi mosaici che costituivano la maggior parte delle pavimentazioni di queste case.

Roma. Musei Capitolini. Pavimento in alabastro da una villa negli horti (foto Daniela Durissini)
Non dirò della Pinacoteca, che pur ospita opere pregevolissime, peraltro mal esposte, per concludere invece con la galleria, creata recentemente  che collega il palazzo dei Conservatori, con il palazzo Nuovo, e che contiene una splendida sezione epigrafica, ma che, soprattutto, conduce al Tabularium, consentendo un affaccio magnifico sui Fori, di cui l'edificio costituiva la parte estrema.

Roma. Musei Capitolini. Galleria di collegamento (foto Daniela Durissini)
Precedeuto dal tempio di Vespasiano e Tito ed inglobante il tempio antico di Veiove, di cui si vede ancora il basamento, l'edificio, risalente al 78 a.C. probabilmente conservava gli atti pubblici. Vi si accedeva mediante una scalinata direttamente dal foro.

Roma. Musei Capitolini. Tabularium. Vista sul foro (foto Daniela Durissini)
Da qui la visita dei musei prosegue verso il palazzo Nuovo, che presenta una raccolta di opere scultoree veramente notevole, ma meno organizzata di quella del palazzo dei Conservatori, avvicinandosi maggiormente allo spirito del collezionista che al nuovo concetto espositivo museale.

Roma. Musei Capitolini. "Galata capitolino" (foto Daniela Durissini)
Da notare alcune opere provenienti dalla Villa Adriana a Tivoli, come il famoso Centauro Furietti o il Fauno, ed alcune copie di statue greche, a testimoniare la passione ormai dilagante, in epoca tardo repubblicana ed imperiale,  per la cultura ellenistica, come "Il fanciullo che strozza un'oca", o la statua del Galata morente, o "Galata capitolino".

Roma. Musei Capitolini. "Fanciullo che strozza un'oca" (foto Daniela Durissini)
Usciti dal museo siamo andati a vedere ciò che resta del Teatro di Marcello  voluto da Augusto per ricordare il nipote, figlio della sorella Ottavia, designato suo successore e ucciso a soli 19 anni. Del delitto si disse che fosse stata la mandante Livia, moglie di Augusto e madre di Tiberio, poi successore di Ottaviano.

Roma. Teatro di Marcello (foto Daniela Durissini)

A conclusione della passeggiata odierna abbiamo fatto una sosta, ormai consueta, alla gelateria siciliana che abbiamo scoperto essere "Il cannolo siciliano", quotatissima anche su Tripadvisor (via 4 Novembre). La specialità è il gelato di mandarino tardivo, che ha ricevuto anche un premio europeo, ma anche gli altri gusti non sono da meno.



Di sera invece ancora da Brancaleone, ormai diventato un appuntamento (quasi) fisso per la cena. Il fatto è che, nei dintorni del nostro albergo, in zona Villa Borghese, non ci sono tanti locali economici e buoni come questo, anzi, essendo una zona ancora influenzata dalla vicina via Veneto, i prezzi sono, in genere, piuttosto elevati e la qualità lascia talvolta a desiderare.



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