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mercoledì 6 dicembre 2017

Roma. Dal Foro di Augusto alle Terme di Caracalla


Roma. Terme di Caracalla. Pavimenti musivi (foto Daniela Durissini)
Anche oggi giornata splendida a Roma. Al mattino freddo ma poi siamo arrivati a 17 gradi! Dato che il tempo è previsto in peggioramento ne abbiamo approfittato per fare quella che, secondo i nostri calcoli, dovrebbe essere la camminata più lunga di questi giorni romani. 
Lasciato l'albergo abbiamo raggiunto velocemente l'Esedra di piazza della Repubblica e, lungo via Nazionale, siamo arrivati ai Mercati di Traiano. Da lì a via dei Fori imperiali. Andando verso il Colosseo, ci siamo fermati in corrispondenza del Foro di Augusto che si vede molto meglio da qui che dal percorso all'interno dell'area archeologica.

Roma. Pannello esplicativo del Foro di Augusto (foto Daniela Durissini)
Aiutati dai pannelli disposti davanti alle recinzioni ci si rende conto di quanto dovesse essere imponente il tempio di Marte Ultore, di cui oggi rimangono tre colonne, una piccola parte del muro della cella e la scalinata d'accesso.

Roma. Foro di Augusto. Tempio di Marte Ultore (foto Daniela Durissini)
L'edificio era disposto in fondo al foro, sul lato minore, mentre davanti c'era la piazza porticata. Il nuovo foro era stato voluto da Augusto per celebrare le sue vittorie sia su Bruto e Cassio, uccisori di Cesare che, in seguito, su Marco Antonio; quest'ultima gli aveva permesso, tra l'altro, di conquistare l'Egitto e, al ritorno a Roma, i senatori non avevano avuto dubbi nel riconoscergli i massimi poteri. 
Il tempio fu inaugurato nel 2 a.C. ed indubbiamente si trattò di un'opera che, assieme al foro, celebrava degnamente il nuovo corso politico di Ottaviano.

Roma. Colonne del tempio di Venere genitrix (foto Daniela Durissini)
Proseguendo verso il Colosseo si notano, dall'altra parte della strada, le colonne del tempio di Venere genitrix, del foro di Cesare e, ancora più avanti, la mole massiccia della Basilica di Massenzio. Ma già si apre la vista sul Colosseo ed i marciapiedi diventano quasi intransitabili a causa della folla.
Noi però abbiamo effetuato la visita domenica ed oggi abbiamo proseguito, imboccando via di San Giovanni in Laterano, sulla quale, dopo qualche centinaio di metri, si deve fare una sosta alla Basilica di San Clemente. L'edificio attuale risale al XII secolo, sebbene sia stato ampiamente rimaneggiato. L'ultima sistemazione si deve a Carlo Stefano Fontana, su incarico di papa Clemente XI (1713-19). Di grande interesse il coro, assai particolare, quasi al centro della navata centrale, con i due amboni e la balaustra composta da lastre recuperate dalla prima costruzione, e l'abside, ora in restauro, che presenta uno splendido mosaico ed un affresco (in parte visibile), raffigurante gli apostoli.

Roma. Basilica di San Clemente. Facciata e portico (foto Daniela Durissini)
Si possono visitare anche gli scavi, grazie ai quali, sotto la chiesa, è stata individuata la basilica antica e, ad un livello inferiore, sono stati rinvenuti un mitreo, un horreum e tracce di altri edifici di epoca post-neroniana (ingresso agli scavi euro 5). 
Proseguendo ancora, in leggera salita, siamo giunti alla piazza di San Giovanni in Laterano, davanti all'obelisco ed all'antico ospedale. Girato l'angolo si arriva all' ingresso della chiesa (controllo di sicurezza).

Roma. Piazza di San Giovanni in Laterano (foto Daniela Durissini)
La Basilica di San Giovanni in Laterano, è la cattedrale di Roma. È la più antica delle basiliche papali maggiori, le altre, tutte site a Roma, sono San Pietro, San Paolo fuori le mura e Santa Maria Maggiore. Tutto il complesso del Laterano, comprendente anche il palazzo papale, gode di extraterritorialità e ricade perciò sotto la giurisdizione del Vaticano. La basilica, di antichissima fondazione, ha subito numerosi ed importanti cambiamenti, ad opera di diversi architetti, di  volta in  volta incaricati dai papi, di modificare ed ingrandire l'edificio. Tra gli altri interventi si ricorda quello del Borromini, che ricostruì le navate, lasciando però le nicchie nelle quali, dopo diverso tempo, vennero collocate le statue degli apostoli, scolpite da artisti diversi e pagate da volonterosi e danarosi contribuenti. La facciata principale si deve ad Alessandro Galilei e fu realizzata nel 1732.

Roma. Basilica di San Giovanni in Laterano. Facciata (foto Daniela Durissini)
Dalla Basilica, siamo scesi verso le Terme di Caracalla, vera meta della nostra giornata, passando davanti alla porta Metronia, antico varco aperto nelle mura aureliane, chiuso nel XII secolo, per far passare la cosiddetta Acqua Mariana, rigagnolo che entrava in città proprio da lì per confluire in un corso d'acqua più consistente proveniente dal Laterano, e riaperto nella prima metà del secolo scorso. Accanto alla porta, sulle mura,  si nota una lapide, di epoca medievale, che ricorda il restauro delle stesse, che in  quel momento servivano più per la sicurezza interna, in un periodo di forti rivendicazioni popolari, che alla difesa da un nemico esterno.

Roma. Lapide accanto alla porta Metronia (foto Daniela Durissini)
Finalmente nella quiete delle terme, con un sole tiepido, gli alti pini che svettavano verso il cielo blu, ci siamo goduti appieno la visita di questo complesso straordinario, voluto dall'imperatore Caracalla, che in realtà si chiamava Marco Aurelio Svetonio Antonino Pio, per cui le terme sono indicate anche come Antoniniane.

Roma. Area archeologica delle Terme di Caracalla (foto Daniela Durissini)
Vennero inaugurate nel 216, prima che i lavori fossero finiti, dallo stesso imperatore che, però, morì l'anno successivo, e furono ultimate dai suoi successori. Si tratta del complesso termale più grande costruito a Roma prima delle terme di Diocleziano ed essendo a tutt'oggi isolate rispetto al resto dell'edificato cittadino, si possono ammirare in tutta la loto imponenza.

Roma. Pannello ricostruttivo delle terme di Caracalla (foto Daniela Durissini)
Benché spogliate di tutti i marmi e, soprattutto di tutti gli arredi e delle numerosissime opere d'arte che le arricchivano (oggi sistemate in diversi musei), ci si può fare un'idea piuttosto precisa della loro struttura. Alcuni pavimenti musivi sono rimasti in loco, altri, i più belli, sono crollati dai piani superiori, e sono stati sistemati a terra. Il complesso era dotato, tra l'altro, di due palestre e di una piscina enorme.

Roma. Complesso delle terme di Caracalla (foto Daniela Durissini)
Lasciata la tranquillità del sito abbiamo fatto una puntatina alla Piramide Cestia, una costruzione assurda, e ritenuta tale anche dai contemporanei, voluta da Caio Cestio Epulone, come monumento funebre, tra gli anni 18 e 12 a.C., in piena epoca augustea quindi, andando apertamente contro quella che era la poltica di Ottaviano il quale desiderava riportare Roma ai costumi più rigorosi che avevano caratterizzato il periodo repubblicano. La sontuosa sepoltura venne incorporata nel III secolo nelle mura aureliane e ne costituì un bastione. Oggi è un elemento curioso, incastonato appunto nelle mura di mattoni, con il quale contrasta con il biancore quasi abbacinante delle sue lastre di marmo di Carrara. Intorno il traffico continuo e chiassoso del Testaccio.

Roma. Piramide Cestia (foto Daniela Durissini)
Infine siamo tornati indietro passando per il Circo Massimo ed arrivando al Colosseo ed all'Arco di Costantino, voluto dal senato per commemorare la vittoria di Costantino su Massenzio nella battaglia di Ponte Milvio (312). Fu inaugurato nel 315.

Roma. Arco di Costantino (foto Daniela Durissini)


Dopo questa camminata ci siamo confortati con un ottimo gelato alla consueta gelateria siciliana, nei pressi dei Mercati di Traiano. 
Di sera invece, siamo tornati da Brancaleone, affollatissimo, come sempre, dato che qui il rapporto qualità-prezzo è ottimo. Abbiamo assaggiato i fiori di zucca ripieni al forno e le puntarelle con le acciughe, oltre a due ottimi piatti di pasta. Il conto  come sempre, non è stato motivo di preoccupazione.







....alle prossime passeggiate romane!



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