A. Mantegna. Presentazione al Tempio (1465-66) |
La
festa, che si celebra il secondo giorno di febbraio, ha un'origine
antichissima, collocandosi nel periodo in cui nella Roma precristiana si celebravano i riti di purificazione che segnavano il
passaggio da un anno a quello successivo. Allora si onoravano i Mani,
offrendo loro piccoli e semplici doni, come ricorda Ovidio:
"Est honor et tumulis, animas placare paternas,
parvaque in exstructas munera ferre pyras
parva petunt manes: pietas pro divite grata est
munere; non avidos Styx habet ima deos"
(Ovidio, Fasti II, 532-536)
Ovidio raffigurato nella Cronache di Normberga |
Cavalier d'Arpino. Ritrovamento di Romolo e Remo (Roma, Palazzo dei Conservatori) |
Alexey Yegorov. San Simeone (1830-40) |
Giotto. Cappella degli Scrovegni (Padova). Scene di Vita della Vergine. Presentazione al Tempio |
Tuttavia,
nelle tradizioni popolari, persiste tuttora, molto accentuato, il
fattore predittivo e di passaggio della festa e non si contano i
detti popolari che, basandosi sulla situazione meteorologica della
giornata, stabiliscono la fine o la durata dell'inverno.
In
questo stesso giorno, negli Stati Uniti ed in Canada, si celebra la
Giornata della marmotta, basata sullo stesso principio predittivo e
di passaggio stagionale e sull'osservazione del comportamento della
Marmota monax, al suo
risveglio.
Marmota monax |
La
tradizione popolare, dunque, dimostra una persistenza capace di
superare i secoli praticamente intatta e di celebrare ancora,
nonostante i cambiamenti epocali, l'antichissima meraviglia
dell'alternarsi delle stagioni.
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