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sabato 24 febbraio 2018

La bora a Trieste

Cesare Polli. Cartolina (1903)
In questi giorni, a Trieste, la bora soffia con una velocità che, nelle raffiche, si è sempre mantenuta al di sopra dei 100 km/h, con punte che hanno raggiunto i 133 km/h e sembra che ci siano ancora margini di peggioramento. 
I triestini ci sono abituati. Nasciamo già con la bora nel sangue, fin da piccoli sbattacchiati di qua e di là da questo vento gelido che proviene da ENE. Un tempo in città si mettevano le corde agli angoli delle strade più esposti al vento, affinché la gente potesse reggersi, e proseguire, seppur con difficoltà, il cammino. 

Cesare Polli. Cartolina (1903)
Oggi la bora si fa sentire meno e più raramente, ma quando soffia nessuno pensa di chiudersi in casa, al caldo. Tutti escono, sfidando il vento, facendosi trascinare in una corsa affannata o, quando la raffica non spinge più, fermandosi di colpo, come impietriti. Nemmeno le persone anziane, che hanno visto ben altra bora, come dicono, pensano di stare al riparo. 

Cesare Polli. Cartolina (1903)
In questi giorni volano coppi, cadono impalcature, i cassonetti delle immondizie prendono vita e corrono lungo le strade, il vento fa strage di motorini, strappa le persiane, stacca gli intonaci, ma niente: tutti sono per strada ugualmente. E' la nostra pazzia collettiva, il richiamo verso qualcosa di ancestrale e selvaggio, un tuffo nel passato, quasi un'identificazione che fa di noi triestini, nei giorni di bora, la comunità che i tempi odierni hanno disgregato. 

Cesare Polli. Cartolina (1903)
E da sempre si moltiplicano le vignette satiriche sugli effetti del vento, mentre c'è ancora chi non manca all'appuntamento sul molo Audace, quello dove, il 3 novembre del 1918, attraccò la prima nave della Marina Italiana, il cacciatorpediniere Audace, da cui la lunga banchina che si sporge verso il mare, prese il nome. 

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