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U. Veruda. Giovane donna in giardino (1899) |
Pittore
triestino (Trieste 1868-1904), amico di Italo Svevo, Umberto Veruda
studiò all'Accademia di Belle Arti di Monaco, dove fu compagno di
studi di due altri pittori suoi concittadini, Carlo Wostry ed Isidoro
Grünhut.
Terminati
gli studi si recò a Parigi, poi a Venezia, prima di tornare a
Trieste, dove rimase però per poco tempo, poiché ebbe l'occasione
di andare a Roma, con una borsa di studio, finanziata dal “Premio
Rittmeyer”, rimanendoci per due anni. Qui si fece apprezzare dalla
critica, tanto che la Galleria Nazionale d'Arte Moderna gli acquistò
un quadro: “Sii onesta”.
A painter from Trieste (Trieste 1868-1904), a friend of Italo Svevo, Umberto Veruda studied at the Academy of Fine Arts in Munich, where he was a fellow friend of two other painters his fellow citizens, Carlo Wostry and Isidoro Grünhut.
After his studies he went to Paris, then to Venice, before returning to Trieste, where he remained for a short time, as he had the opportunity to go to Rome, with a scholarship, financed by the "Rittmeyer Prize", remaining there for two years. Here he was appreciated by the critics, so much so that the National Gallery of Modern Art bought him a painting: "Sii onesta".
Italo Svevo |
Durante
i periodi trascorsi a Trieste Veruda si incontrava regolarmente con
Ettore Schmitz (Italo Svevo), con il quale strinse una solida
amicizia. Questi, tra l'altro, si ispirò a lui per costruire il
personaggio dello scultore Stefano Balli, del suo romanzo “Senilità”.
Svevo,
d'altronde, amava circondarsi di artisti che, nonostante il parere
contrario della moglie Livia, figlia dell'imprenditore Veneziani,
incoraggiava generosamente.
During the periods spent in Trieste Veruda meets regularly with Ettore Schmitz (Italo Svevo), with whom he establishes a solid friendship, inspiring him, among other things, the character of the sculptor Stefano Balli, for the novel "Senilità".
Swabian in fact loved to surround himself with artists, encouraging them generously, despite the contrary opinion of his wife Livia, daughter of the Veneziani entrepreneur.
Italo Svevo, Livia e la figlia Letizia |
Dopo
alcuni anni trascorsi in giro per l'Europa, a trarre ispirazione
dalle opere di noti pittori esposte nei musei di Parigi, Berlino,
Monaco, Budapest e Vienna, e dopo essere riuscito a vendere numerosi
quadri, si recò in Inghilterra. Negli ultimi anni i suoi dipinti
mostrano una chiara influenza dell'espressionismo tedesco, ch'egli
conobbe soprattutto attraverso l'opera di Max Liebermann, che aveva
avuto l'occasione di conoscere personalmente.
Nel
1904, a seguito della morte della madre, precipitò in una
depressione. Gli venne in aiuto, ancora una volta, l'amico Svevo, il
quale, nell'intento di sollevarlo, gli prestò la sua casa veneziana.
Qui, poco prima della morte, dipinse “Fondamenta a Burano”,
ultima sua opera ed ideale testamento.
After spending a few years around Europe, drawing inspiration from the works of well-known painters on display in the museums of Paris, Berlin, Munich, Budapest and Vienna, and after selling several paintings, he traveled to England. In recent years his paintings show a clear influence of German expressionism, which he knew especially through the work of Max Liebermann, who had had the opportunity to meet personally.
In 1904, following his mother's death, he fell into a depression. Once again, his friend Svevo helped him and, with the intention of relieving him, lent him his Venetian home. Here, shortly before his death, he painted "Fondamenta a Burano", his last work and ideal testament.
Max Liebermann |
Nonostante
i successi di critica ottenuti fuori dalla sua città natale (aveva
partecipato con successo ad alcune prestigiose esposizioni
nazionali), Trieste non seppe riconoscergli, se non dopo la sua
morte, le qualità che altri avevano visto in lui e ciò,
naturalmente, non aveva facilitato il rapporto con l'ambiente
cittadino e non favorì, per parecchio tempo, la conoscenza delle sue
opere. Oggi è unanimemente riconosciuto come il maggior pittore
triestino del secondo Ottocento.
Despite the successes of critics obtained outside his hometown (he had successfully participated in prestigious national exhibitions), Trieste recognized only after his death, the qualities that others had seen in him and this, of course, had not facilitated the relationship with the environment in Trieste and did not favor, for a long time, the knowledge of his works. Today it is unanimously recognized as the greatest Triestine painter of the late nineteenth century.
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