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Pieter Bruegel il Vecchio. Autoritratto |
Mentre
la data di morte del pittore olandese Pieter Bruegel è nota, ed è
il 5 settembre del 1569, la data di nascita è assai incerta, anche
se comunque può collocarsi tra il 1525 ed il 1530. Anche la sua
prima formazione pittorica non è chiara, mentre si inizia a fare un
po' di chiarezza quando lo si ritrova a lavorare come disegnatore per
l'editore ed incisore Hieronymus Cock, che gli fa riprodurre alcune
opere di Hieronymus Bosch, prima di inciderle. L'accuratezza dei
disegni consegnati dal giovane Pieter stupisce il committente, che se
ne serve in più di un'occasione.
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Pieter Bruegel il Vecchio. "I pesci grandi mangiano i pesci piccoli" (1557) |
Celebre
“I pesci grandi mangiano i pesci piccoli”, stampato da Cock nel
1557, in cui emerge chiaramente la capacità del disegnatore, il
quale, in alcune sue opere successive, rivelò l'influenza di Bosch,
anche se seppe distaccarsene, donando alle sue figure una ben diversa
profondità ed una modernità palpabile.
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Pieter Bruegel il Vecchio. "La caduta degli angeli ribelli" (1562) |
Dopo
aver iniziato a lavorare ad Anversa, frequentando il gruppo di
intellettuali che circondavano l'editore Cock, Bruegel venne persuaso
da quest'ultimo a visitare l'Italia e, sebbene non si conoscano con
esattezza le date del suo viaggio, egli ne riportò delle opere che
testimoniano le tappe toccate.
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Pieter Bruegel il Vecchio. "Battaglia navale nel porto di Napoli" (1556) |
Di
ritorno nei Paesi Bassi continuò a frequentare i circoli
intellettuali, dai quali attinse la sua committenza ma, dopo il
matrimonio con la figlia del suo maestro Pieter Coecke, decise di
trasferirsi a Bruxelles, città commerciale, più viva di Anversa, ma
anche più violenta, piena di gente di ogni tipo, attirata dai
traffici commerciali, che gli ispirò il famoso dipinto della Torre
di Babele (1563).
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Pieter Bruegel il Vecchio. "Torre di Babele" (1563) |
Il
periodo di Bruxelles fu assai prolifico, ormai l'artista aveva
affinato la sua tecnica, che gli fu propria e particolarissima.
Infatti, provenendo da una seria preparazione nel disegno, egli seppe
inserire la sue numerose figure in uno sfondo che consentiva
l'emergere prepotente del paesaggio, pur non rinunciando alla cura
quasi maniacale dei particolari.
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Pieter Bruegel il Vecchio. "Cacciatori nella neve" (1565) |
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Pieter Bruegel il Vecchio. "La fienagione" (1565) |
L'uomo
di Bruegel, è il popolano che deve confrontarsi, perdente, con la
Natura, e sopportare le fatiche che lo stare al mondo, in quel mondo,
comportano. Nell'apparente caos di scene troppo affollate, ogni
singola figura è soggetto, curata nel suo gesto, spesso ironico,
mentre il paesaggio è sfondo che emerge e si fa protagonista, al
pari dell'uomo, ed il tutto viene riprodotto con un'accuratezza
ineguagliata dopo di lui, alla quale non riuscirà ad arrivare
nemmeno il figlio Pieter, in tanto simile al padre.
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Pieter Bruegel il Vecchio. "Proverbi fiamminghi" (1559) |
Negli
ultimi anni le piccole figure che affollavano i primi lavori si
avvicinano ed acquistano spazio nei dipinti, fino a giungere quasi al
primo piano, sicuramente ad una posizione privilegiata, mentre
l'artista inserisce addirittura sé stesso, ultimo a destra, nell'insieme gioioso del "Banchetto nuziale". Ma in realtà nelle figure che conquistano i primi
piani dei dipinti si fa strada la riflessione, mentre vengono
abbandonati i gesti ironici e spontanei, per una più matura
consapevolezza di una fine imminente, che l'autore incontrerà a
Bruxelles, non ancora vecchio, nel 1569.
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Pieter Bruegel il Vecchio. "Banchetto nuziale" (1568) |
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Pieter Bruegel il vecchio. "Il cacciatore di nidi" (1568) |
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