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mercoledì 7 febbraio 2018

Pieter Bruegel il Vecchio. L'uomo e la Natura



Pieter Bruegel il Vecchio. Autoritratto
Mentre la data di morte del pittore olandese Pieter Bruegel è nota, ed è il 5 settembre del 1569, la data di nascita è assai incerta, anche se comunque può collocarsi tra il 1525 ed il 1530. Anche la sua prima formazione pittorica non è chiara, mentre si inizia a fare un po' di chiarezza quando lo si ritrova a lavorare come disegnatore per l'editore ed incisore Hieronymus Cock, che gli fa riprodurre alcune opere di Hieronymus Bosch, prima di inciderle. L'accuratezza dei disegni consegnati dal giovane Pieter stupisce il committente, che se ne serve in più di un'occasione.


Pieter Bruegel il Vecchio. "I pesci grandi mangiano i pesci piccoli" (1557)
Celebre “I pesci grandi mangiano i pesci piccoli”, stampato da Cock nel 1557, in cui emerge chiaramente la capacità del disegnatore, il quale, in alcune sue opere successive, rivelò l'influenza di Bosch, anche se seppe distaccarsene, donando alle sue figure una ben diversa profondità ed una modernità palpabile.


Pieter Bruegel il Vecchio. "La caduta degli angeli ribelli" (1562)
Dopo aver iniziato a lavorare ad Anversa, frequentando il gruppo di intellettuali che circondavano l'editore Cock, Bruegel venne persuaso da quest'ultimo a visitare l'Italia e, sebbene non si conoscano con esattezza le date del suo viaggio, egli ne riportò delle opere che testimoniano le tappe toccate.


Pieter Bruegel il Vecchio. "Battaglia navale nel porto di Napoli" (1556)
Di ritorno nei Paesi Bassi continuò a frequentare i circoli intellettuali, dai quali attinse la sua committenza ma, dopo il matrimonio con la figlia del suo maestro Pieter Coecke, decise di trasferirsi a Bruxelles, città commerciale, più viva di Anversa, ma anche più violenta, piena di gente di ogni tipo, attirata dai traffici commerciali, che gli ispirò il famoso dipinto della Torre di Babele (1563).

Pieter Bruegel il Vecchio. "Torre di Babele" (1563)
Il periodo di Bruxelles fu assai prolifico, ormai l'artista aveva affinato la sua tecnica, che gli fu propria e particolarissima. Infatti, provenendo da una seria preparazione nel disegno, egli seppe inserire la sue numerose figure in uno sfondo che consentiva l'emergere prepotente del paesaggio, pur non rinunciando alla cura quasi maniacale dei particolari.

Pieter Bruegel il Vecchio. "Cacciatori nella neve" (1565)

Pieter Bruegel il Vecchio. "La fienagione" (1565)
L'uomo di Bruegel, è il popolano che deve confrontarsi, perdente, con la Natura, e sopportare le fatiche che lo stare al mondo, in quel mondo, comportano. Nell'apparente caos di scene troppo affollate, ogni singola figura è soggetto, curata nel suo gesto, spesso ironico, mentre il paesaggio è sfondo che emerge e si fa protagonista, al pari dell'uomo, ed il tutto viene riprodotto con un'accuratezza ineguagliata dopo di lui, alla quale non riuscirà ad arrivare nemmeno il figlio Pieter, in tanto simile al padre.

Pieter Bruegel il Vecchio. "Proverbi fiamminghi" (1559)
Negli ultimi anni le piccole figure che affollavano i primi lavori si avvicinano ed acquistano spazio nei dipinti, fino a giungere quasi al primo piano, sicuramente ad una posizione privilegiata, mentre l'artista inserisce addirittura sé stesso, ultimo a destra, nell'insieme gioioso del "Banchetto nuziale". Ma in realtà nelle figure che conquistano i primi piani dei dipinti si fa strada la riflessione, mentre vengono abbandonati i gesti ironici e spontanei, per una più matura consapevolezza di una fine imminente, che l'autore incontrerà a Bruxelles, non ancora vecchio, nel 1569.

Pieter Bruegel il Vecchio. "Banchetto nuziale" (1568)

Pieter Bruegel il vecchio. "Il cacciatore di nidi" (1568) 




2 commenti:

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