Il 16 aprile del 1828 moriva a Bordeaux
Francisco Goya
Pittore
Francisco Goya. El tres de mayo (1814) Museo del Prado |
Il 2 maggio del 1808, mentre una corte spagnola debole ed inetta si trasferiva in Francia ed il fratello di Napoleone prendeva il posto di Carlo IV, che aveva appena abdicato in suo favore, a Madrid scoppiava la rivolta tra la popolazione. La reazione del maresciallo Murat fu immediata e venne dato l'ordine di reprime la sollevazione e di passare per le armi i rivoltosi che sarebbero stati catturati.
Il 3 maggio, a seguito degli ordini impartiti, molti spagnoli furono effettivamente fucilati. Ciò nonostante la rivolta non si fermò ed anzi, diede inizio alla guerra di indipendenza che durò fino al 1814, combattuta da un lato dalle truppe napoleoniche, dall'altro dagli eserciti di Spagna, Portogallo ed Inghilterra, ai quali si affiancarono le truppe irregolari spagnole che praticarono un'efficace azione di guerriglia.
Dopo quasi sei anni di guerra i francesi abbandonarono la Spagna.
Francisco Goya, su incarico del Consiglio della Reggenza, rappresentò in due dipinti gli episodi iniziali di questo conflitto.
Nel primo, intitolato 2 maggio 1808 sono raffigurati i soldati francesi che attaccano i rivoltosi nella piazza madrilena della Puerta de Sol, nel secondo, assai più noto, intitolato 3 maggio 1808, compaiono gli uomini destinati alla fucilazione, ripresi pochi attimi prima che questa avvenisse.
F. Goya. Dos de mayo 1808 (1814) Museo del Prado |
Per ovvi motivi le due opere, portate a termine nel 1814, non piacquero ai Borboni che, una volta rientrati in Spagna, non vollero fossero mostrati al pubblico. Solo molti anni più tardi furono recuperati ed alla fine esposti al Museo del Prado.
Il 3 maggio 1808, molto criticato in quanto si scostava decisamente dal neoclassicismo per assumere un carattere di immediatezza ed una forza che consentirono al pittore di superare anche il concetto di prospettiva, fu invece esempio per molti artisti successivi, perché ricco di una simbologia che va ricercata nella composizione delle figure e negli atteggiamenti delle stesse, tanto dalla parte dei condannati che da quella degli esecutori, nell'abbigliamento dell'uomo con la camicia bianca, nella sua posizione e nella sua espressione, così come nell'uso del colore, e nel gioco delle luci e delle ombre, che contribuiscono a drammatizzare la scena, tutti elementi che fanno di questo dipinto il veicolo ideale di un messaggio politico.
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