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mercoledì 15 febbraio 2017

Isola di Chiloé

L'isola di Chiloé, pur così vicina alla costa, ha conservato per secoli caratteristiche proprie. Anticamente era abitata da tre gruppi etnici diversi: i chonos, i cuncos e gli huilliches. Gli spagnoli la occuparono nel 1558, guidati da Garcia Hurtado de Mendoza, riuscendo così ad arrivare ben più a sud di quanto non fossero arrivati sulla terraferma, dove il territorio era strenuamente difeso dalle genti araucane (Mapuche). Inizialmente venne chiamata Nuova Galizia, ma in seguito si preferì il nome huilliche di Chiloé (luogo dei gabbiani). Un tempo l'isola era luogo di sosta per le navi baleniere. Nel corso del XIX secolo l'isola fu il principale produttore di traversine per ferrovia di tutta l'America del Sud. I suoi boschi vennero sfruttati per ricavarne legname così tanto e così a lungo da metterne in serio pericolo la sopravvivenza. Oggi una parte dell'isola è destinata a Parco Nazionale. 


Palafitte e gabbiani a Chiloé
Palafitte e gabbiani a Chiloé (foto Carlo Nicotra)


Un braccio di mare separa l'isola di Chiloé dalla costa. Un collegamento giornaliero di bus garantisce la possibilità di visitare l'isola con partenza da Puerto Montt. Dopo aver percorso un tratto di strada il bus sale su un traghetto che, con partenza da Parqua, compie la breve traversata fino a Chacoa, a nord dell'isola. Da lì si prosegue, sempre su buone strade, fino ad Ancud, piccola cittadina di appena 27000 abitanti, che fino al 1982 è stata la capitale dell'isola e della provincia di Chiloé. Accoglie il Museo Regionale. Si prosegue quindi per Castro. Città portuale antica, fondata nel 1567, oggi Castro conta 40000 abitanti, ed ha sostituito Ancud come capitale dell'isola e della provincia. 


Ristorante Castro
Caratteristico ristorante sulla piazza di Castro (foto Carlo Nicotra)

Caratteristiche le sue case di legno, costruite su palafitte, le uniche rimaste sull'isola, per la manutenzione delle quali i proprietari stanno lottando con l'amministrazione cittadina, soprattutto per ottenerne il riconoscimento della proprietà, persistendo queste costruzioni su un terreno demaniale. Le tecniche impiegate nell'edificato sono infatti interamente artigianali ed il restauro, molto oneroso, diventa proibitivo in assenza di una garanzia di mantenimento della disponibilità del bene.  


Finestra in legno Chiloé
(foto Carlo Nicotra)

Case su palafitte a Chiloé
Palafitte a Chiloé (foto Carlo Nicotra)
Interessante e molto particolare la chiesa di San Francesco, interamente costruita in legno (generalmente venivano impiegati il cipresso ed il faggio antartico). All'esterno presenta un colore giallo acceso. Dichiarata monumento nazionale fa parte, come altre 15 chiese dell'isola, del patrimonio UNESCO. 


Chiesa di San Francesco Chiloé
Chiesa di San Francesco a Castro (foto Carlo Nicotra)

Le chiese di Chiloé, infatti, sono assai caratteristiche proprio per la tecnica costruttiva che prevede l'impiego del legno sia internamente che esternamente. 


Chiesa di legno a Chiloé (foto Carlo Nicotra)

Le chiese in legno di Chiloé. Per saperne di più

Sulla costa orientale, più a nord di Castro, si trova la cittadina di Quemchi dove, nel 1910, nacque, in una casa su palafitte, Francisco Coloane, scrittore cileno molto noto anche all'estero per la sua opera letteraria, spesso ispirata ai mari australi ed alla Patagonia.

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