Albert Robin (Alphonse Lièbert) |
Leggendo
la biografia di Albert Robin, di cui ho pubblicato qui, nei giorni
scorsi, la mia traduzione dei viaggi in Istria e Dalmazia, finora
inediti in italiano, non si può non essere attratti dalla sua vita
di intellettuale, che trascorse parallela a quella di scienziato e di
medico. Pensandoci però, non è così strano che un medico che mise
in discussione la medicina ufficiale ed i suoi rimedi, per tentare
nuovi percorsi di cura, partendo dalle vere cause della malattia e
non dai sintomi, fosse all'epoca una persona fuori dal comune ed
esercitasse anche il mestiere (non è dato sapere se retribuito
oppure no) di critico letterario per il New York Herald, testata alla
quale inviava periodicamente le sue recensioni. Robin viveva appieno
la complessità della vita e questi due aspetti, il medico ed il
critico letterario, convivevano felicemente nella sua persona. A
Parigi frequentava i salotti letterari ma anche diversi artisti, fra
i quali Georges Jeanniot ed Édouard
Manet.
Edouard Manet (folo Félix Nadar) |
Pierre Georges Jeanniot |
Georges
Jeanniot (1848-1934) era figlio del pittore Pierre-Alexandre e, nato
in Svizzera, aveva trascorso i suoi primi anni a Digione, dove il
padre dirigeva la Scuola della Belle Arti e dove aveva appreso i
primi rudimenti della tecnica pittorica. Dopo un periodo trascorso
nell'esercito, durante la guerra franco-prussiana, si era trasferito
a Parigi, dove frequentava l'ambiente degli artisti e dove aveva
avuto occasione di esporre al Salon. le sue opere, alcune delle quali
a soggetto militare.
Pierre Georges Jeanniot. Réservistes (1870) |
Albert Robin era di solo un anno più vecchio di
lui ed era nato a Digione, dove evidentemente i due si erano
conosciuti. Così, entrambi a Parigi, entrambi appassionati d'arte,
avevano iniziato a frequentarsi. E' infatti proprio il Jeanniot che
testimonia la presenza di Robin nello studio di Manet, quando questi,
ormai molto ammalato, stava dipingendo Un bar aux Folies-Bergère.
Ma i due avevano anche qualcos'altro in comune, e cioè la passione
per la letteratura. Il Jeanniot infatti aveva illustrato molti libri,
sia classici che contemporanei era direttore del Journal
amusant e collaborava a due
altre testate. Dal
racconto della prima visita fatta allo studio di Manet, che Jeanniot
pubblicherà su La grande Revue,
del 10 agosto 1907, non sembra però che fosse stato lui ad
introdurre Robin presso il pittore.
Journal Amusant |
Édouard
Manet (Parigi 1832-1883) considerato come il maggior pittore
pre-impressionista, aveva faticato moltissimo per potersi dedicare
alla pittura, ostacolato dal padre che lo voleva avvocato, che lo
aveva mandato in Brasile su una nave per favorire un'eventuale
carriera come capitano marittimo, esperienza dalla quale il giovane
Édouard aveva riportato tanti
schizzi ma nessuna positiva esperienza lavorativa, che alla fine lo
aveva lasciato fare dicendogli però che sarebbe stato un fallito.
Aveva accettato un lungo periodo di apprendistato nello studio di
Couture, distaccandosene dopo sei anni perché divenuto troppo
indipendente ed incompatibile con il maestro, ed infine aveva dato
libero sfogo a quelle che erano le sue idee riguardo alla pittura,
scontrandosi però, anche in quel campo, con buona parte dei critici
e facendosi negare la possibilità di esporre al Salon. Una
personalità complessa, quella di Manet, riconosciuta tardivamente,
che però sapeva attingere a fonti d'ispirazione diverse e assai
stimolanti, come al rapporto di amicizia con lo scrittore Charles
Baudelaire, conosciuto grazie al gruppo dei Realisti, con i quali
questi era in contatto. Ed era stato proprio Baudelaire a suggerire,
con un saggio del 1863, pubblicato su Le Figaro ed
intitolato Il pittore della vita moderna,
la tela Musique aux Tuileries,
che però non aveva incontrato il favore della critica,
E. Manet. Musique aux Tuleries (1862) |
seguito da
un altrettanto controverso Dejeuner sur l'herbe.
E. Manet. Le déjeuner sur l'herbe (1863) |
Con questi quadri Manet non aveva solo scandalizzato il pubblico e
scatenato la critica, che l'aveva indicato come un artista di secondo
piano in cerca di scandali per poter apparire, ma si era alienato
quasi definitivamente il favore di tanti artisti, non però quello
dei giovani Pissarro, Monet, Cézanne, Renoir, Sisley, con i quali
aveva iniziato a trascorrere molte ore al Café Guerbois a
Batignolles, non lontano dal suo studio.
H. Fantin-Latour. Un atelier aux Batignolles (1870) |
In
un dipinto di Henri Fantin-Latour, Un atelier aux
Batignolles (1870), in cui viene
riprodotto lo studio di Manet, accanto a lui, che sta dipingendo,
compaiono alcuni di questi artisti ed assieme a loro Émile Zola,
portavoce di questo nuovo movimento artistico. Zola, era amico di
Cézanne, ed apprezzava la pittura, soprattutto quella nuova,
trascurata o addirittura avversata dalla critica. Nel 1866 aveva
scritto un articolo a favore di Manet, pubblicato nella Revue
du Xxe siècle, e l'aveva difeso
altre volte e, in cambio, questi gli aveva fatto un ritratto (1868).
E. Manet. E. Zola (1868) |
Gli
intrecci quindi, tra letteratura e pittura, non mancavano, e lo
studio di Manet, soprattutto negli ultimi anni, quando la malattia lo
costringeva ad una quasi totale immobilità, era divenuto un
apprezzato luogo di ritrovo. Albert Robin quindi, quale critico
letterario e amico degli artisti dell'epoca, era stato introdotto
nello studio di Manet ed aveva potuto assistere alla creazione di
quel capolavoro che è Un bar aux Folies-Bergère,
ormai solo un ricordo, per l'artista, e suo vero testamento
pittorico. Nello specchio, dietro alla cameriera, compare un uomo con
i baffi: si tratta di un altro ospite dello studio, il pittore Gaston
Latouche.
E. Manet. Un bar aux Folies-Bergère |
Manet
morì l'anno successivo. Nel frattempo anche i critici si erano
ammorbiditi e, purtroppo solo negli ultimi anni di vita, e
soprattutto dopo la sua morte venne riconosciuto il suo grande
valore artistico.
Alcuni
anni più tardi Albert Robin effettuò i viaggi in Istria e Dalmazia
a bordo dello yacht Namouna (1896; 1898), discorrendo con gli altri
ospiti delle qualità artistiche di Baudelaire e di molto altro. A
bordo, nel 1896, anche il pittore J.L. Stewart, che realizzò alcuni
dipinti per illustrare la vita di bordo.
J.L. Stewart. Autoritratto |
Jeanniot,
nel corso della prima guerra mondiale, testimoniò con le sue
litografie la crudeltà con la quale i tedeschi trattavano le
popolazioni dei territori occupati. Ne fece un libro intitolato
Les crimes allemands edito nel
1917.
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