Translate

lunedì 27 marzo 2017

Albert Robin nello studio di Manet


Albert Robin  (Alphonse Lièbert)

Leggendo la biografia di Albert Robin, di cui ho pubblicato qui, nei giorni scorsi, la mia traduzione dei viaggi in Istria e Dalmazia, finora inediti in italiano, non si può non essere attratti dalla sua vita di intellettuale, che trascorse parallela a quella di scienziato e di medico. Pensandoci però, non è così strano che un medico che mise in discussione la medicina ufficiale ed i suoi rimedi, per tentare nuovi percorsi di cura, partendo dalle vere cause della malattia e non dai sintomi, fosse all'epoca una persona fuori dal comune ed esercitasse anche il mestiere (non è dato sapere se retribuito oppure no) di critico letterario per il New York Herald, testata alla quale inviava periodicamente le sue recensioni. Robin viveva appieno la complessità della vita e questi due aspetti, il medico ed il critico letterario, convivevano felicemente nella sua persona. A Parigi frequentava i salotti letterari ma anche diversi artisti, fra i quali Georges Jeanniot ed Édouard Manet.


Edouard Manet (folo Félix Nadar)

Pierre Georges Jeanniot


Georges Jeanniot (1848-1934) era figlio del pittore Pierre-Alexandre e, nato in Svizzera, aveva trascorso i suoi primi anni a Digione, dove il padre dirigeva la Scuola della Belle Arti e dove aveva appreso i primi rudimenti della tecnica pittorica. Dopo un periodo trascorso nell'esercito, durante la guerra franco-prussiana, si era trasferito a Parigi, dove frequentava l'ambiente degli artisti e dove aveva avuto occasione di esporre al Salon. le sue opere, alcune delle quali a soggetto militare. 


Pierre Georges Jeanniot. Réservistes (1870)


Albert Robin era di solo un anno più vecchio di lui ed era nato a Digione, dove evidentemente i due si erano conosciuti. Così, entrambi a Parigi, entrambi appassionati d'arte, avevano iniziato a frequentarsi. E' infatti proprio il Jeanniot che testimonia la presenza di Robin nello studio di Manet, quando questi, ormai molto ammalato, stava dipingendo Un bar aux Folies-Bergère. Ma i due avevano anche qualcos'altro in comune, e cioè la passione per la letteratura. Il Jeanniot infatti aveva illustrato molti libri, sia classici che contemporanei era direttore del Journal amusant e collaborava a due altre testate. Dal racconto della prima visita fatta allo studio di Manet, che Jeanniot pubblicherà su La grande Revue, del 10 agosto 1907, non sembra però che fosse stato lui ad introdurre Robin presso il pittore.



Journal Amusant


Édouard Manet (Parigi 1832-1883) considerato come il maggior pittore pre-impressionista, aveva faticato moltissimo per potersi dedicare alla pittura, ostacolato dal padre che lo voleva avvocato, che lo aveva mandato in Brasile su una nave per favorire un'eventuale carriera come capitano marittimo, esperienza dalla quale il giovane Édouard aveva riportato tanti schizzi ma nessuna positiva esperienza lavorativa, che alla fine lo aveva lasciato fare dicendogli però che sarebbe stato un fallito. 
Aveva accettato un lungo periodo di apprendistato nello studio di Couture, distaccandosene dopo sei anni perché divenuto troppo indipendente ed incompatibile con il maestro, ed infine aveva dato libero sfogo a quelle che erano le sue idee riguardo alla pittura, scontrandosi però, anche in quel campo, con buona parte dei critici e facendosi negare la possibilità di esporre al Salon. Una personalità complessa, quella di Manet, riconosciuta tardivamente, che però sapeva attingere a fonti d'ispirazione diverse e assai stimolanti, come al rapporto di amicizia con lo scrittore Charles Baudelaire, conosciuto grazie al gruppo dei Realisti, con i quali questi era in contatto. Ed era stato proprio Baudelaire a suggerire, con un saggio del 1863, pubblicato su Le Figaro ed intitolato Il pittore della vita moderna, la tela Musique aux Tuileries, che però non aveva incontrato il favore della critica, 


E. Manet. Musique aux Tuleries (1862)

seguito da un altrettanto controverso Dejeuner sur l'herbe


E. Manet. Le déjeuner sur l'herbe (1863)

Con questi quadri Manet non aveva solo scandalizzato il pubblico e scatenato la critica, che l'aveva indicato come un artista di secondo piano in cerca di scandali per poter apparire, ma si era alienato quasi definitivamente il favore di tanti artisti, non però quello dei giovani Pissarro, Monet, Cézanne, Renoir, Sisley, con i quali aveva iniziato a trascorrere molte ore al Café Guerbois a Batignolles, non lontano dal suo studio.


H. Fantin-Latour. Un atelier aux Batignolles (1870)

In un dipinto di Henri Fantin-Latour, Un atelier aux Batignolles (1870), in cui viene riprodotto lo studio di Manet, accanto a lui, che sta dipingendo, compaiono alcuni di questi artisti ed assieme a loro Émile Zola, portavoce di questo nuovo movimento artistico. Zola, era amico di Cézanne, ed apprezzava la pittura, soprattutto quella nuova, trascurata o addirittura avversata dalla critica. Nel 1866 aveva scritto un articolo a favore di Manet, pubblicato nella Revue du Xxe siècle, e l'aveva difeso altre volte e, in cambio, questi gli aveva fatto un ritratto (1868).


E. Manet. E. Zola (1868)

Gli intrecci quindi, tra letteratura e pittura, non mancavano, e lo studio di Manet, soprattutto negli ultimi anni, quando la malattia lo costringeva ad una quasi totale immobilità, era divenuto un apprezzato luogo di ritrovo. Albert Robin quindi, quale critico letterario e amico degli artisti dell'epoca, era stato introdotto nello studio di Manet ed aveva potuto assistere alla creazione di quel capolavoro che è Un bar aux Folies-Bergère, ormai solo un ricordo, per l'artista, e suo vero testamento pittorico. Nello specchio, dietro alla cameriera, compare un uomo con i baffi: si tratta di un altro ospite dello studio, il pittore Gaston Latouche.


E. Manet. Un bar aux Folies-Bergère

Manet morì l'anno successivo. Nel frattempo anche i critici si erano ammorbiditi e, purtroppo solo negli ultimi anni di vita, e soprattutto dopo la sua morte venne riconosciuto il suo grande valore artistico.
Alcuni anni più tardi Albert Robin effettuò i viaggi in Istria e Dalmazia a bordo dello yacht Namouna (1896; 1898), discorrendo con gli altri ospiti delle qualità artistiche di Baudelaire e di molto altro. A bordo, nel 1896, anche il pittore J.L. Stewart, che realizzò alcuni dipinti per illustrare la vita di bordo.



J.L. Stewart. Autoritratto

Jeanniot, nel corso della prima guerra mondiale, testimoniò con le sue litografie la crudeltà con la quale i tedeschi trattavano le popolazioni dei territori occupati. Ne fece un libro intitolato Les crimes allemands edito nel 1917.





Nessun commento:

Posta un commento

I vostri commenti ed osservazioni sono graditi