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lunedì 6 marzo 2017

Aleppo


Aleppo città patrimonio dell'UNESCO, oggi, città martoriata dai combattimenti che hanno distrutto non solo gli edifici ma anche il suo tessuto sociale. Migliaia di sfollati, migliaia di morti, tra loro moltissimi bambini, un inferno, o forse è ancora poco, tra l'indifferenza delle parti che hanno continuato a bombardare e ad uccidere, in nome di interessi molto distanti da quelli della popolazione inerme. Anche andarsene è difficile, per molto tempo è stato impossibile, migliaia di persone sono rimaste imprigionate tra le case scheletrite dalle bombe, intossicate dai gas, senza acqua né cibo. Ed i bambini che non sono morti portano in sé la ferita della paura costante, della mancanza di tutto, come cresceranno? Con quali traumi? Erano bambini gioiosi, quelli di Aleppo; come tutti i bambini, giocavano per le strade, ti sorridevano con quegli occhi scuri e profondi, dov'era depositata tutta la storia della loro terra e dove ora c'è solo il terrore. Ed appartenevano ad etnie diverse, conviventi, allora, in pace. 
Questo ricordo della città di un tempo è dedicato a loro. Non dobbiamo dimenticarli, né respingerli. 


Così scrivevo solo qualche mese fa. Oggi una luce di speranza si è accesa con la cessazione dei combattimenti ad Aleppo e la ripresa, se pur parziale, della vita in città. Con essa stanno riprendendo anche le attività scolastiche, proprio per non lasciare ancora a lungo soli quei bambini che hanno tanto sofferto in questi lunghi anni di guerra. Ed è di queste ore la comunicazione che tutto il Governatorato di Aleppo è stato liberato. Nella speranza che questo processo di normalizzazione continui voglio ricordare che ci vorrà molto tempo perché chi ha subito i traumi della guerra riesca a dimenticare e che ci vorranno costanza e molto coraggio per ricominciare in uno scenario apocalittico dove occorre ricostruire tutto, soprattutto le vite delle persone.



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Aleppo. Cittadella. Esterno
Aleppo. Cittadella. esterno (foto Carlo Nicotra)
Aleppo. Citadel. Exterior

L'antica cittadella medievale aveva resistito per secoli e nel 2015 una parte delle mura è crollata a causa di un'esplosione; all'interno sembra non ci siano stati danni irreparabili


Aleppo. Cittadella
Aleppo. Ingresso cittadella (foto Carlo Nicotra)
Aleppo. Citadel. Entrance


Aleppo. Cittadella
Aleppo. Interno Cittadella (foto Carlo Nicotra)
Aleppo. Citadel. Interior

Aleppo. Cittadella
Aleppo. Cittadella. Ingresso Sala reale (foto Carlo Nicotra)
Aleppo. Citadel. Royal room entrance


Aleppo. Cittadella
Aleppo. Ponte sul fossato (foto Cralo Nicotra)
Aleppo. Bridge over the moat


Aleppo. Cittadella
Aleppo. Colle e Cittadella (foto Carlo Nicotra)
Aleppo. Citadel



La città antica ed il mercato hanno subito danni gravissimi e la maggior parte del patrimonio edilizio storico è andata perduta.
E tra le antiche case v'era anche l'hotel Baron, dalla lunga tradizione, quello dove avevano alloggiato anche Agatha Christie, Gertrude Bell e Lawrence d'Arabia. Di proprietà di una famiglia armena, fu inaugurato nel 1911; la storia della famiglia e dell'hotel sono riportate fedelmente nel bel libro I baroni d'Aleppo, di Marco Tosatti e Flavia Amabile.



Aleppo. Case antiche
Aleppo. Antiche case  (foto Carlo Nicotra)
Aleppo. Old houses



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