Tina fotografata da Edward Weston |
Tina
Modotti, figura di artista, donna libera, rivoluzionaria, morta a
soli 46 anni, nel 1942, a Città del Messico, è stata a lungo
dimenticata, o peggio, ignorata, proprio a causa di quelle che furono
le caratteristiche più significative del suo carattere: la voglia di
libertà e la capacità di essere anticonvenzionale. Da un lato gli
Stati Uniti del maccartismo, che non avrebbero mai accettato di
valorizzare l'opera, tra l'altro ritenuta troppo spregiudicata, di
una militante del partito comunista, dall'altro la stessa sinistra
storica, assai poco propensa, come spesso dimostrò, ad accettare
deviazioni da quello che era ritenuto il corretto comportamento del
militante, che certo non contemplava il vivere libero e disinvolto di
Tina, fecero sì che il suo ricordo sfumasse pian piano nel nulla. La
valorizzazione della sua opera ed il recupero della dimensione
storica della sua vita d'artista sono relativamente recenti.
Veniva
dal Friuli, terra di immigrazione, all'epoca, e terra difficile, che
la sorte non avrebbe favorito, travolta come fu dalla guerra che,
poco tempo dopo la sua partenza per gli Stati Uniti, avrebbe
costretto migliaia di persone ad allontanarsene.
Tina
era nata nel 1896, a Udine, da una famiglia operaia. Quando partì
con la famiglia per San Francisco, seguendo il padre che vi si era
recato in cerca di lavoro, aveva diciassette anni. Il suo grado di
istruzione non era elevato poiché, dopo aver frequentato le scuole
elementari, aveva dovuto recarsi a lavorare in filanda, tuttavia
coltivava già una forte passione per la fotografia, trasmessagli
dallo zio paterno, ed era appassionata d'arte e di teatro. Iniziò
anche a recitare a livello amatoriale. Conobbe presto Roubaix de
l'Abrie Richey, pittore e poeta, che sposò nel 1917, trasferendosi
con lui a Los Angeles. Tina però era una donna inquieta, alla
ricerca di qualcosa d'altro, di più o, semplicemente, di sé stessa
e, dopo aver recitato in alcuni film hollywoodiani, tra i quali va
ricordato The Tiger's Coat, del 1920,
Tina in The Tiger's Coat (1920) |
ed aver posato
per famosi fotografi, divenne l'amante di uno di questi, Edward
Weston, con il quale, nel 1923, si trasferì in Messico.
Tina fotografata da Edward Weston |
Lei vi era
già stata l'anno precedente, per il funerale del marito, morto di
vaiolo durante un viaggio nel paese, e ne era rimasta affascinata. A
Città del Messico i due vissero a contatto con gli intellettuali e
artisti più noti di quell'esaltante momento post-rivoluzionario, tra
i quali spicca senz'altro Diego Rivera.
Tina fotografata da Edward Weston |
Tina,
che era cresciuta artisticamente con Weston, acquistò una macchina
fotografica ed iniziò un proprio percorso, che sopravvisse e si
consolidò dopo la separazione dei due. Unitasi al pittore Xavier
Guerrero, Tina divenne amica della compagna di Rivera, Frida Kahlo, e
si impegnò molto anche nella vita politica, divenendo una militante
del partito comunista.
Frida Kahlo fotografata da Toni Frissell (1937) |
La sua fotografia venne influenzata da questa
sua scelta e dalle prime prove più neutre, passò ben presto a
rappresentare, attraverso il suo obiettivo, le condizioni di vita del
popolo, le lotte ed i simboli delle stesse.
Tina Modotti fotografa il Messico |
Separatasi
da Guerrero, trovò un nuovo amore nel rivoluzionario cubano Julio
Antonio Mella, che però fu ucciso dopo pochi mesi, nel gennaio 1929.
Tina rimase molto colpita dall'assassinio e, anziché desistere,
intensificò ulteriormente il proprio impegno politico ed artistico.
Le sue foto vennero esposte, quello stesso anno a Città del Messico.
Tina Modotti fotografa il Messico |
L'anno successivo però, venne arrestata ed espulsa dal paese, sulla
base di accuse infondate. La verità era che Tina, come altri,
iniziava a dare fastidio.
Dopo
un periodo trascorso a Berlino, dove frequentò intellettuali e
politici militanti, decise di raggiungere a Mosca Vittorio Vidali,
conosciuto in Messico. Lì ottenne la cittadinanza russa, e si dedicò
totalmente al lavoro di assistenza del Soccorso Rosso Internazionale.
Fu libera di muoversi attraverso l'Europa e si recò a Varsavia,
Vienna, Madrid, Parigi. Allo scoppio della guerra civile spagnola
andò a Madrid, con Vidali: lui divenne il comandate Carlos e lei
assunse il nome di Maria, impegnandosi sia nell'attività politica
che in quella culturale e venendo in contatto con Robert Capa, Ernest Hemingway, Rafael Alberti, André Malraux e molti altri. Ritiratisi,
perdenti, dalla Spagna, Tina e Vidali arrivarono a Parigi e quindi si
trasferirono in Messico, dove la situazione politica, nuovamente
cambiata, consentì loro di essere riaccolti, nonostante l'espulsione
di qualche anno prima.
Tina Modotti e la guerra civile spagnola |
Il
clima, tuttavia, era molto cambiato, e gli amici che Tina
frequentava, molto pochi. Il 5 gennaio 1942, dopo una cena a casa
dell'architetto Hannes Meyer, svizzero, anch'egli immigrato a Mosca e
poi trasferitosi in Messico dove, fino al 1941, aveva diretto
l'Istituto di Urbanistica e Pianificazione, si sentì male e morì, a
bordo del taxi che la riportava a casa.
Di
questa morte così prematura, dovuta ufficialmente ad un infarto, si
discusse molto e Vidali ne venne ritenuto, da alcuni, il principale
responsabile. Il fatto non fu mai accertato, le prove concrete non
furono mai trovate. Sicuramente Tina non era allineata con il
partito, probabilmente delusa da ciò che aveva visto in Russia ed
anche in Spagna.
Tina
Modotti fu sepolta nel Pantheon de Dolores, a Città del Messico, e
sulla sua tomba sono stati incisi alcuni versi di Pablo Neruda.
Di
lei rimane non solo la testimonianza di una vita fuori dal comune,
soprattutto per l'epoca, ma anche quella della forza di una donna
che, attraverso la sua opera, seppe rappresentare l'umanità dolente
e fiera di un popolo che non era il suo ma che lei rese universale ed
elevò a simbolo della lotta per un'esistenza migliore, un' esistenza
con la quale anche lei, inquieta e liberamente critica nei confronti
non solo della società ma anche degli stessi rivoluzionari che
sosteneva, non riuscì a pacificarsi.
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