Mira Marko Debelak |
La
figura di Mira Marko Debelak fu assai importante nel panorama
alpinistico sloveno della prima metà del secolo scorso. La sua fama
travalicò già all'epoca i confini dell'allora Jugoslavia, e la sua
attività di scalatrice viene oggi ricordata nella storia
dell'alpinismo europeo.
Erano
anni, quelli d'inizio secolo XIX, in cui la donna alpinista non aveva
vita facile, quasi sempre in compagnia di soli uomini, ritenuta
incapace di competere con loro o anche solo di seguirli nelle
ascensioni. Le eccezioni erano poche e, generalmente, malviste. Ma
Miroslava (Mira), nata a Sarajevo, nel 1904, era una ragazza speciale. Il padre
aveva dovuto spostarsi più volte per lavoro e lei si era adattata a
molti cambiamenti. Vienna, Zara diverse compagnie, lingue diverse,
cosa che poi le servì per inserirsi con facilità nell'ambiente
alpinistico lubianese, dove, alla fine, la famiglia si era stabilita.
Fu proprio a Lubiana che iniziò a studiare pittura, sua grande
passione, che non indirizzò alla rappresentazione delle montagne che
frequentava, ma che le permise di esplorare le particolarità della
flora alpina in una serie di finissimi acquerelli.
Sempre
a Lubiana, iniziò a frequentare alcuni tra gli alpinisti più
importanti dell'epoca. Ad appena 17 anni si accostò alla montagna
con il gruppo “Turistovski klub Skala”, frequentato da Stanko
Tominšek, Pavla Jesih, Jože
Čop, Edo Deržaj ed altri. Fin dalle prime uscite sui monti Mira
rivelò un carattere caparbio ed una resistenza fuori dal comune e fu
subito apprezzata dai compagni. Dalla prima, facile salita, alla
vetta dello Stol, iniziò una lunga serie di ascensioni, sempre più
complesse, che la portarono a compiere delle imprese davvero
notevoli. Dapprima arrampicò con Božo Pribernik, che divenne il suo
primo marito. Con lui salì alla Cima della Rjavina.
Rjavina (foto Borut Kantuser) |
Ben presto però
preferì legarsi in cordata con alpinisti più forti come Jože
Čop, Stanko Tominšek,
Tone Guerra, che effettuavano salite più impegnative. Separatasi da
Pribernik, sposò il compagno di ascensioni Edo Deržaj,
pittore, conosciuto all'Accademia.
Nel
mese di agosto del 1926 MIra, che i compagni chiamavano Marko, salì con Tominšek
la parete nord dello Špik,
impresa che non era pienamente riuscita, l' anno prima, ad Angelo
Dibona, che l'aveva tentata con la viennese Anna Escher, dovendo però
abbandonare la verticale, a causa di un passaggio ostico che, invece,
Mira superò con successo. Si tratta di un V grado superiore ed
all'epoca era davvero una prestazione sensazionale. Gino Buscaini, descrive la via nella sua guida delle Alpi Giulie: "Roccia generalmente solida. E' la più bella fra le vie dello Špik; le sue difficoltà si possono paragonare a quelle della via Cassin al Pizzo Badile e della via Auckentaler alla Lalidererspitze".
Špik.Versante nord |
La
salita era stata compiuta al culmine di una stagione fortunatissima
che aveva visto la Debelak sulla parete sud della Cima di Riofreddo,
nella Giulie Occidentali, sulla nord-ovest del Prisojnik, lungo la
variante dell'Okno alla nord del Triglav, quest'ultima in compagnia
di un'altra grande figura femminile dell'alpinismo sloveno, Pavla Jesih, di
Tone Guerra e di Stanko Tominšek,
ed ancora lungo la via tedesca alla nord del Triglav, assieme ad Edo
Deržaj.
Triglav. Parete nord (foto Carlo Nicotra) |
Sempre
sul Triglav, l'anno successivo, i due salirono la parete ovest lungo
una via nuova ma in seguito, nel tentativo di aprire una via anche
sulla parete settentrionale, Deržaj cadde e, benché Mira fosse
riuscita a bloccarlo, riportò gravi ferite. Venne soccorso e, già
l'anno successivo, ripresero l'attività in montagna e salirono lo
Sperone dei Camosci sulla nord del Mangart, una via di III e IV
grado.
Nel 1932 salirono la nord della Veljka Mojstrovka, ma aprirono anche la via degli Sloveni alla nord-nord-est del Jof Fuart, con altri compagni.
Mojstrovke. Versante nord (foto Sl.Ziga) |
L'attività
alpinistica, sempre di alto livello, continuò ancora per diversi
anni e vide la coppia salire montagne anche lontane dalle Giulie,
mentre Mira fu la prima donna a veder riconosciuto il proprio talento
di arrampicatrice da parte del Club Alpino Accademico austriaco.
Al
di là delle salite in montagna, però, la Debelak si distinse anche
per la capacità di comunicare le proprie esperienze e per la
diffusione della cultura alpina. Fu un'abile conferenziera,
esprimendosi correntemente in inglese, tedesco, francese e italiano,
scrisse per l'Alpine Journal e l'Österreicher Alpen Zeitung,
pubblicò assieme a F.S. Copeland A
Short Guide to the Slovene Alps (Jugoslavia) for British and American
Tourists,
ed un manuale di tecnica dell'arrampicata Plezalna
tehnika,
illustrato da Deržaj, in cui era lei a descrivere le diverse
operazioni di corda ed i metodi di salita.
Mira Marko Debelak. Plezalna Tehnika |
Madre
di Matjaž, negli ultimi anni di vita collaborò, come disegnatrice,
con la facoltà di
agronomia di Lubiana. Morì di malattia a soli 44 anni.
Grazie Daniela, una figura che mi ha sempre affascinato. Nel 2015 mi ero messa sulle sue tracce.
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