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lunedì 12 marzo 2018

Guido Monzino e l'amore per la natura



Cile. Gruppo del Paine (foto Daniela Durissini)

90 anni fa, il 12 febbraio del 1928, nasceva a Teolo (PD) Guido Monzino. Alpinista, esploratore, ma anche collezionista, Monzino compì diverse imprese alpinistiche di rilievo, quasi tutte portate a termine con le guide della Valtournenche, tre le quali vanno ricordate la traversata per cresta delle Grandes Murailles, la spedizione in Cile, nel gruppo del Paine, durante la quale furono salite le vette del Cerro Paine e  della Torre Sud, e quella all'Everest, del 1973, durante la quale alcuni alpinisti raggiunsero la vetta, ma che fu contestata per il sovrabbondante impiego di persone di supporto e di mezzi. 
Monzino, figlio del fondatore della Standa e lui stesso direttore generale della catena, finanziava personalmente tali imprese, come quella che, nel 1971, lo portò al Polo Nord, con delle slitte trainate da cani. Organizzò inoltre spedizioni anche in Groenlandia, sulle montagne dell'Africa e su quelle del deserto del Sahara. 
Con la spedizione all'Everest si concluse un ciclo. Monzino, affascinato dalla quieta bellezza del lago di Como, acquistò nel 1974 la Villa Balbianello, a Lenno, e la fece restaurare. Vi collocò le sue collezioni ed i suoi libri e stabilì, per testamento, che alla sua morte venisse ceduta al FAI  (Fondo per l'ambiente italiano). Morì nel 1988, a soli sessant'anni, ed oggi l'antica dimora settecentesca è gestita secondo le sue volontà.
Ma non va dimenticata un'altra, importantissima donazione, fatta da Monzino. Egli aveva infatti acquistato un vastissimo terreno ai piedi del gruppo del Paine, in Cile, che, nel 1977, cedette al governo, con il vincolo imprescindibile che vi fosse realizzato un Parco Nazionale. Fu così che da quei 12000 ettari ebbe origine l'attuale area protetta che comprende uno dei paesaggi più belli ed integri del pianeta. 
Nel 1965 aveva fatto costruire il rifugio, al lui intitolato, sullo sperone roccioso che divide i ghiacciai del Brouillard e del Freney, nel gruppo del Monte Bianco. La costruzione fu donata alla Società delle guide di Courmayeur, che ne curò la gestione.



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