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giovedì 8 marzo 2018

Pensieri d'autore. Bruce Chatwin e la ricerca di nuovi orizzonti


Sudan. Derviscio (anni 1920)
Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti

"Verso i vent'anni (...) avevo lavorato come "esperto" di pittura moderna in una famosa casa d'aste. Avevamo sedi a Londra e a New York, e io ero una delle giovani promesse. Avrei fatto carriera, dicevano, dovevo solo giocar bene le mie carte. Un mattino mi svegliai cieco. 
L'occhio sinistro riacquistò la vista il giorno stesso, ma il destro rimase inattivo e offuscato. L'oculista che mi visitò disse che non c'era nulla di organico, e diagnosticò la natura del disturbo. 
"Hai guardato i quadri troppo ad vicino" disse "Perché non li sostituisci con vasti orizzonti?".
"Perché no?" risposi.
"Dove ti piacerebbe andare?".
"In Africa".
Il presidente della società non mise in dubbio che avessi dei guai agli occhi, ma non riuscì a capire perché mai dovessi andare in Africa.
E ci andai - nel Sudan. Quando arrivai all'aeroporto gli occhi erano già guariti".

(da Bruce Chatwin, Le Vie dei Canti, Milano, Adelphi, 1996, p. 30, trad. Silvia Gariglio)


Titolo originale: The Songlines, 1987



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