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giovedì 29 marzo 2018

Orhan Pamuk ed il ritratto di Mehmet II

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Il 29 marzo del 1432 nasceva ad Edirne
Mehemet II detto Fatih (il Conquistatore)
Settimo sultano dell'impero ottomano


Gentile Bellini. Ritratto di Mehemet II (1480)

Nel settembre del 1479 giungeva ad Istanbul, su richiesta di Mehmet II, il pittore Gentile Bellini, inviato dall'amministrazione veneziana, per soddisfare il desiderio del sultano, di avere presso di sé un artista italiano in grado di produrre alcune opere d'arte nello stile tanto ammirato dal temibile sovrano. Bellini si fermò presso la corte ottomana per più di un anno, tornando in Italia appena nel gennaio del 1481 e certamente seppe soddisfare Mehmet, il quale decise di farsi ritrarre, sfidando le ferree regole dell'islam che vietavano la rappresentazione della persona.  
Il Vasari riferisce di un rapporto personale molto stretto tra l'artista ed il sultano, che indubbiamente dovette facilitare la scelta di quest'ultimo di posare per questo dipinto.
L'opera si trova oggi alla National Gallery di Londra, ceduto dalla vedova dell'archeologo Layard, il quale aveva abitato a Venezia per qualche tempo e lì ne era venuto in possesso acquistandolo da un collezionista privato. 
Il sultano dipinto dal Bellini sembra affacciarsi ad una finestra, rappresentata da un arco riccamente decorato e da una balaustra dalla quale pende un drappo cosparso di pietre preziose. Il busto girato a tre quarti, lo sguardo distolto, la stessa prospettiva che allontana la figura, restituisce un'impressione di distacco e di regale superiorità. Il sultano indossa abiti ricchi, un caffettano rosso scuro con il collo di pelliccia, ed un turbante. 
L'opera rappresenta una perfetta sintesi tra l'arte rinascimentale italiana e quella islamica, favorita da Mehmet II; questa fruttuosa collaborazione si estinse subito dopo la morte del sultano, avvenuta nel 1481, pochi mesi dopo che Gentile Bellini aveva fatto ritorno in Italia, forse portando con sé proprio questo ritratto, ritrovato da Layard a Venezia nel 1865. 

Di quest'opera scrive Orhan Pamuk nel suo Altri colori: "Non esiste un solo turco alfabetizzato che non abbia visto centinaia, migliaia di volte quel dipinto appartenente alla National Gallery, attraverso diverse copie, varianti vecchie e più recenti, e riproduzioni su testi scolastici, copertine di libri, giornali, poster, banconote, francobolli, manifesti didattici e fumetti. Nessuno dei sultani della fase d'espansione dell'impero ottomano, compreso Solimano il Magnifico, è ritratto in modo così efficace e incisivo. Per il realismo, la semplicità e quella specie di aureola conferita dall'arco tracciato con regolare prospettiva e ombreggiatura sopra il sovrano vittorioso, questo ritratto non raffigura solo Mehmet il Conquistatore, ma funge, come quella del "rivoluzionario" Che Guevara, da icona del sultano ottomano, valida non solo in Turchia ma in tutto il mondo.".

(da Orhan Pamuk, Altri colori, Torino, Einaudi, 2008, p. 385)


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